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linguistica italiana

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Título del Test:
linguistica italiana

Descripción:
Bertolini Lucia

Fecha de Creación: 2022/08/07

Categoría: Otros

Número Preguntas: 29

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Quale dei seguenti tratti linguistici non caratterizza la lingua scritta?. Pianificazione sintattica. Presupposizione. Pianificazione testuale. Riflessione preventiva sulle strategie enunciative.

Quale di queste risorse non è messa a frutto dalla lingua orale?. linguaggio paraverbale. possibilità di retroazione. linguaggio prossemico. pianificazione sintattica.

In che modo la differenza fra lingua orale e lingua scritta impone un diverso utilizzo degli assi sintagmatico e paradigmatico. Nella lingua orale non si ricorre alla disposizione sull'asse sintagmatico. Nella lingua orale non si ricorre alla disposizione sull'asse paradigmatico. Nella lingua orale non si utilizza la selezione sull'asse paradigmatico. Lingua orale attua la selezione (asse paradigmatico) e la combinazione (asse sintagmatico) con una coerenza inferiore rispetto alla lingua scritta, come dimostra nella lingua orale la presenza di approssimazioni lessicali e sintattiche.

Che cosa è la deissi?. La deissi è l'insieme dei tratti linguistici condivisi da emittente e destinatario del messaggio. La deissi è l'insieme delle conoscenze condivise da emittente e destinatario del messaggio. La deissi è il richiamo alla situazione spaziale in cui avviene la conversazione. La deissi è l'insieme dei tratti linguistici che fanno appello alla situazione spazio-temporale condivisa da emittente e destinatario del messaggio.

La raccolta di Arrigo Castellani, La prosa italiana delle origini. Testi toscani di carattere pratico, contiene. testimonianze processuali, atti di compravendita, opere letterarie in forma di dialogo. statuti, testimonianze processuali, opere di carattere storico. trattati, statuti, atti di compravendita. statuti, testimonianze processuali, lasciti testamentari, atti di compravendita, ricordi di carattere storico.

Quale delle seguenti caratteristiche non è propria del testo letterario?. espressione di un messaggio (contenuto) che si avvale anche di requisiti formali funzionali alla intentio auctoris. Precisa e univoca individuazione di un destinatario. utilizzo di una lingua meno ancorata alla contingenza e all'uso contemporaneo all'autore. Espressione di una particolare intentio auctoris che non si esaurisce nelle contingenze spaziali e cronologiche in cui il testo è stato prodotto.

La variazione diafasica. diversamente dalla variazione diastratica, non è legata univocamente al parlante. diversamente dalla variazione diastratica, è legata univocamente al parlante. come la variazione diastratica, è legata univocamente al parlante. come la variazione diastratica, non è legata univocamente al parlante.

La variazione diamesica. indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa e dall'appartenenza dei parlanti a diversi strati sociali. indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa attraverso il tempo. indica la variazione della lingua condizionata dal mezzo di trasmissione del messaggio. indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa.

La variazione diafasica. indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa attraverso il tempo. indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa e dall'appartenenza dei parlanti a diversi strati sociali. indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa, in relazione allo spazio. indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa, dalla funzione del messaggio e dal contesto.

Cosa si intende con idioletto?. È un uso particolare della lingua. È il risultato, in una certa regione, del mescidamento di lingua standard e di dialetto. È il mescidamento da parte di un individuo della lingua standard e del dialetto. È la varietà individuale di un codice linguistico, cioè le caratteristiche personali mediante le quali un individuo realizza la lingua standard.

Qual è il significato moderno di stile (letterario)?. Con il termine di "stile" si definisce il coefficiente di distanza (scarto) con cui un autore utilizza in maniera personale lo strumento sociale della lingua. È l'insieme di caratteristiche ricorrenti di un autore. È ciò che caratterizza un autore. È il riflesso nell'opera letteraria delle abitudini di vita di un autore.

A quale corrente culturale è associata la moderna concezione di stile?. Al Neoclassicismo. All'Illuminismo. Al Barocco. Al Romanticismo.

Quali erano le componenti della retorica classica?. Inventio, elocutio, ornatus e actio. Elocutio e ornatus. Inventio, dispositio e actus. Inventio, dispositio, elocutio (e ornatus), actio.

A quale atteggiamento deve essere associato il concetto classico e medievale di stile?. Ad un atteggiamento interpretativo. Ad un atteggiamento critico. Ad un atteggiamento descrittivo. Ad un atteggiamento percettivo (normstivo).

Individuate l'affermazione errata fra quelle proposte. Già in latino classico stilus, oltre che 'bacchetta per incidere sulla cera', indica l'insieme di caratteristiche formali che accomuna gruppi o tipi di testi. In periodo medievale stilus, oltre che 'bacchetta per scrivere' e dunque sinonimo di 'penna', individua veri e propri generi letterari. Nel periodo romantico nasce il concetto moderno di stile come espressione linguistica dell'individualità. Nel Cinquecento italiano il concetto di "stile" non ha alcun valore, nonostante la riflessione innescata dalla scoperta della "Poetica" di Aristotele.

Individuate l'affermazione errata fra quelle proposte. La storia della parola stile nella lingua italiana mostra, entro un progressivo aumento d'uso nel corso dei secoli, una sostanziale preferenza nell'uso in poesia in antico (secoli XIII-XV), di contro ad una preferenza d'uso in prosa nei secoli più recenti ((XVI-XX secolo). La storia della parola stile nella lingua italiana mostra, entro un progressivo aumento d'uso nel corso dei secoli, due picchi significativi nel Cinquecento (in concomitanza con il Classicismo) e nell'Ottocento (in concomitanza con il periodo Romantico). Lungo la storia della lingua italiana si rilevano tre significati della parola stile, tutti compresenti nel Trecento: 1) 'modo di comportarsi secondo un'abitudine inveterata'; 2) 'bacchetta per incidere su un supporto duro, utilizzata dai pittori'; 3) 'modo di scrivere'. La storia della parola stile nella lingua italiana mostra un progressivo e armonico aumento dal Duecento al Novecento in qualsiasi contesto d'uso.

L'apocope è. la caduta delle vocali e e o (raramente i, in antico anche occasionalmente a) finali di parola davanti a parola che inizia vocale, ma solo quando la consonante precedente alla vocale caduca è una sonante. la caduta delle vocali finali di parola, ma solo quando la consonante precedente alla vocale caduca è una sonante. la caduta di una vocale in fine di parola. la caduta delle vocali "e" e "o" (raramente I, in antico anche occasionalmente a) finali di parola davanti a parola che inizia per consonante, ma solo quando la consonante precedente alla vocale caduca è una sonanate.

Per Torquato Tasso. lo stile è l'espressione del sentire dell'individuo e la retorica, insegnando l'imitazione di modelli, ne tradisce il significato. lo stile è lo scarto dalla norma sociale della lingua. lo stile è l'espressione del sentire dell'individuo ma la retorica, insegnando l'imitazione di un modello, collabora alla sua acquisizionelo stile è l'espressione del sentire dell'individuo ma la retorica, insegnando l'imitazione di un modello, collabora alla sua acquisizione. lo stile è l'espressione letteraria più adatta in conformità agli argomenti trattati nel rispetto della tradizione retorica classi.

Per Ugo Foscolo. lo stile è l'espressione del sentire dell'individuo e la retorica, insegnando l'imitazione di modelli, ne tradisce il significato. lo stile è l'espressione del sentire dell'individuo ma la retorica, insegnando l'imitazione di un modello, collabora alla sua acquisizione. lo stile è l'espressione letteraria più adatta in conformità agli argomenti trattati nel rispetto della tradizione retorica classica. lo stile è lo scarto dalla norma sociale della lingua.

Quale di questi linguisti non ha contribuito alla nascita della stilistica?. Hugo Schuchardt. Ferdinand de Saussure. Wilhelm von Humboldt. Matteo Giulio Bartoli.

Cos'è l'"etimo spirituale" di un'opera / di un autore?. Con "etimo spirituale" Karl Vossler indicava l'interpretazione di un fatto di lingua caratterizzante un'opera /un autore. E' la molla propulsiva alla scrittura di un'opera da parte di un autore. Sono le motivazioni biografiche che hanno mosso l'autore a scrivere un'opera. Con "etimo spirituale" Leo Spitzer indicava l'interpretazione di un fatto di lingua caratterizzante un'opera /un autore.

Individuate l'associazione errata fra quelle proposte. Stilistica (genetica e descrittiva) > Leo Spitzer. Stilistica genetica > Karl Vossler. Stilistica descrittiva > Charles Bally. Stilistica descrittiva > Karl Vossler.

Quando nasce la moderna disciplina della stilistica?. La stilistica è il risultato moderno di una lingua tradizione retorica che insegnava a scriver bene. Agli inizi del XIX secolo con il Romanticismo. Agli inizi del XX secolo, come sviluppo della linguistica sincronica di Ferdinand de Saussure. La stilistica nasce in evidente antagonismo con l'idealismo crociano.

Il passaggio da -AR- intertonico e postonico a -ER-. distingue il fiorentino dagli altri volgari toscani, ma è caratteristico anche di alcuni volgari non toscani. è caratteristico del fiorentino. è ignoto al fiorentino. è caratteristico di tutti i volgari toscani.

Cosa è un dittongo?. La sequenza di due vocali appartenenti a due sillabe diverse. La sequenza di due vocali appartenenti ad una stessa sillaba. La sequenza di due vocali. La sequenza di semivocale + vocale o di vocale + semivocale.

Una Ŭ. si evolve in ɔ sia in siciliano che in fiorentino. si evolve in siciliano in u, in fiorentino in ɔ. si evolve in siciliano in u, in fiorentino in o. si evolve in u sia in siciliano che in fiorentino.

Una Ĭ. si evolve in ɛ sia in siciliano che in fiorentino. si evolve in siciliano in i, in fiorentino in e. si evolve in siciliano in i, in fiorentino in ɛ. si evolve in e sia in siciliano che in fiorentino.

In che cosa si distingue il vocalismo atono siciliano da quello fiorentino?. I due vocalismi atoni sono entrambi trivocalici. Il vocalismo atono siciliano è pentavocalico, quello fiorentino è trivocalico. I due vocalismi atoni sono entrambi pentavocalici. il vocalismo atono siciliano è trivocalico, quello fiorentino è pentavocalico.

Il seguente vocalismo tonico. è il cosiddetto vocalismo sardo. è il cosiddetto vocalismo siciliano. è il cosiddetto vocalismo rumeno. è considerato vocalismo pan-romanzo.

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