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Linguistica italiana

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Título del Test:
Linguistica italiana

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paniere lezioni 1-31

Fecha de Creación: 2025/04/17

Categoría: Letras

Número Preguntas: 210

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Quale dei seguenti tratti linguistici non caratterizza la lingua scritta?. Pianificazione sintattica. Presupposizione. Pianificazione testuale. Riflessione preventiva sulle strategie enunciative.

Quale di queste risorse non è messa a frutto dalla lingua orale?. linguaggio paraverbale. possibilità di retroazione. linguaggio prossemico. pianificazione sintattica.

In che modo la differenza fra lingua orale e lingua scritta impone un diverso utilizzo degli assi sintagmatico e paradigmatico. Nella lingua orale non si ricorre alla disposizione sull'asse sintagmatico. Nella lingua orale non si ricorre alla disposizione sull'asse paradigmatico. Nella lingua orale non si utilizza la selezione sull'asse paradigmatico. Lingua orale attua la selezione (asse paradigmatico) e la combinazione (asse sintagmatico) con una coerenza inferiore rispetto alla lingua scritta, come dimostra nella lingua orale la presenza di approssimazioni lessicali e sintattiche.

Che cosa è la deissi?. La deissi è l'insieme dei tratti linguistici condivisi da emittente e destinatario del messaggio. La deissi è l'insieme delle conoscenze condivise da emittente e destinatario del messaggio. La deissi è il richiamo alla situazione spaziale in cui avviene la conversazione. La deissi è l'insieme dei tratti linguistici che fanno appello alla situazione spazio-temporale condivisa da emittente e destinatario del messaggio.

La raccolta di Arrigo Castellani, La prosa italiana delle origini. Testi toscani di carattere pratico, contiene. testimonianze processuali, atti di compravendita, opere letterarie in forma di dialogo. statuti, testimonianze processuali, opere di carattere storico. trattati, statuti, atti di compravendita. statuti, testimonianze processuali, lasciti testamentari, atti di compravendita, ricordi di carattere storico.

Quale delle seguenti caratteristiche non è propria del testo letterario?. espressione di un messaggio (contenuto) che si avvale anche di requisiti formali funzionali alla intentio auctoris. Precisa e univoca individuazione di un destinatario. utilizzo di una lingua meno ancorata alla contingenza e all'uso contemporaneo all'autore. Espressione di una particolare intentio auctoris che non si esaurisce nelle contingenze spaziali e cronologiche in cui il testo è stato prodotto.

La variazione diafasica. diversamente dalla variazione diastratica, non è legata univocamente al parlante. diversamente dalla variazione diastratica, è legata univocamente al parlante. come la variazione diastratica, è legata univocamente al parlante. come la variazione diastratica, non è legata univocamente al parlante.

Cosa si intende con idioletto?. È un uso particolare della lingua. È il risultato, in una certa regione, del mescidamento di lingua standard e di dialetto. È il mescidamento da parte di un individuo della lingua standard e del dialetto. È la varietà individuale di un codice linguistico, cioè le carratteristiche personali mediante le quali un individuo realizza la lingua standard.

La variazione diamesica. indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa e dall'appartenenza dei parlanti a diversi strati sociali. indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa attraverso il tempo. indica la variazione della lingua condizionata dal mezzo di trasmissione del messaggio. indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa.

La variazione diafasica. indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa attraverso il tempo. indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa e dall'appartenenza dei parlanti a diversi strati sociali. indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa, in relazione allo spazio. indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa, dalla funzione del messaggio e dal contesto.

Qual è il significato moderno di stile (letterario)?. Con il termine di "stile" si definisce il coefficiente di distanza (scarto) con cui un autore utilizza in maniera personale lo strumento sociale della lingua. È l'insieme di caratteristiche ricorrenti di un autore. È ciò che caratterizza un autore. È il riflesso nell'opera letteraria delle abitudini di vita di un autore.

A quale corrente culturale è associata la moderna concezione di stile?. Al Neoclassicismo. All'Illuminismo. Al Romanticismo. Al Barocco.

Quali erano le componenti della retorica classica?. Inventio, elocutio, ornatus e actio. Elocutio e ornatus. Inventio, dispositio e actus. Inventio, dispositio, elocutio (e ornatus), actio.

A quale atteggiamento deve essere associato il concetto classico e medievale di stile?. Ad un atteggiamento interpretativo. Ad un atteggiamento critico. Ad un atteggiamento precettivo (normativo). Ad un atteggiamento descrittivo.

Individuate l'affermazione errata fra quelle proposte. Già in latino classico stilus, oltre che 'bacchetta per incidere sulla cera', indica l'insieme di caratteristiche formali che accomuna gruppi o tipi di testi. In periodo medievale stilus, oltre che 'bacchetta per scrivere' e dunque sinonimo di 'penna', individua veri e propri generi letterari. Nel periodo romantico nasce il concetto moderno di stile come espressione linguistica dell'individualità. Nel Cinquecento italiano il concetto di stile non ha alcun valore, nonostante la riflessione innescata dalla scoperta della Poetica di Aristotele.

Individuate l'affermazione errata fra quelle proposte. La storia della parola stile nella lingua italiana mostra un progressivo e armonico aumento dal Duecento al Novecento in qualsiasi contesto d'uso. La storia della parola stile nella lingua italiana mostra, entro un progressivo aumento d'uso nel corso dei secoli, una sostanziale preferenza nell'uso in poesia in antico (secoli XIII-XV), di contro ad una preferenza d'uso in prosa nei secoli più recenti ((XVI-XX secolo). La storia della parola stile nella lingua italiana mostra, entro un progressivo aumento d'uso nel corso dei secoli, due picchi significativi nel Cinquecento (in concomitanza con il Classicismo) e nell'Ottocento (in concomitanza con il periodo Romantico). Lungo la storia della lingua italiana si rilevano tre significati della parola stile, tutti compresenti nel Trecento: 1) 'modo di comportarsi secondo un'abitudine inveterata'; 2) 'bacchetta per incidere su un supporto duro, utilizzata dai pittori'; 3) 'modo di scrivere'.

L'apocope è. la caduta delle vocali e e o (raramente i, in antico anche occasionalmente a) finali di parola davanti a parola che inizia vocale, ma solo quando la consonante precedente alla vocale caduca è una sonante. la caduta delle vocali e e o (raramente i, in antico anche occasionalmente a) finali di parola davanti a parola che inizia per consonante, ma solo quando la consonante precedente alla vocale caduca è una sonante. la caduta delle vocali finali di parola, ma solo quando la consonante precedente alla vocale caduca è una sonante. la caduta di una vocale in fine di parola.

Per Torquato Tasso. lo stile è l'espressione del sentire dell'individuo e la retorica, insegnando l'imitazione di modelli, ne tradisce il significato. lo stile è lo scarto dalla norma sociale della lingua. lo stile è l'espressione letteraria più adatta in conformità agli argomenti trattati nel rispetto della tradizione retorica classica. lo stile è l'espressione del sentire dell'individuo ma la retorica, insegnando l'imitazione di un modello, collabora alla sua acquisizione.

Per Ugo Foscolo. lo stile è l'espressione del sentire dell'individuo e la retorica, insegnando l'imitazione di modelli, ne tradisce il significato. lo stile è l'espressione del sentire dell'individuo ma la retorica, insegnando l'imitazione di un modello, collabora alla sua acquisizione. lo stile è l'espressione letteraria più adatta in conformità agli argomenti trattati nel rispetto della tradizione retorica classica. lo stile è lo scarto dalla norma sociale della lingua.

Quale di questi linguisti non ha contribuito alla nascita della stilistica?. Hugo Schuchardt. Ferdinand de Saussure. Wilhelm von Humboldt. Matteo Giulio Bartoli.

Cos'è l'"etimo spirituale" di un'opera / di un autore?. Con "etimo spirituale" Karl Vossler indicava l'interpretazione di un fatto di lingua caratterizzante un'opera /un autore. Con "etimo spirituale" Leo Spitzer indicava l'interpretazione di un fatto di lingua caratterizzante un'opera /un autore. E' la molla propulsiva alla scrittura di un'opera da parte di un autore. Sono le motivazioni biografiche che hanno mosso l'autore a scrivere un'opera.

Individuate l'associazione errata fra quelle proposte. Stilistica (genetica e descrittiva) > Leo Spitzer. Stilistica genetica > Karl Vossler. Stilistica descrittiva > Charles Bally. Stilistica descrittiva > Karl Vossler.

Quando nasce la moderna disciplina della stilistica?. La stilistica è il risultato moderno di una lunga tradizione retorica che insegnava a scriver bene. Agli inizi del XIX secolo con il Romanticismo. Agli inizi del XX secolo, come sviluppo della linguistica sincronica di Ferdinand de Saussure. La stilistica nasce in evidente antagonismo con l'idealismo crociano.

Il passaggio da -AR- intertonico e postonico a -ER. distingue il fiorentino dagli altri volgari toscani, ma è caratteristico anche di alcuni volgari non toscani. è caratteristico del fiorentino. è ignoto al fiorentino. è caratteristico di tutti i volgari toscani.

Cosa è un dittongo?. La sequenza di due vocali appartenenti a due sillabe diverse. La sequenza di due vocali appartenenti ad una stessa sillaba. La sequenza di semivocale + vocale o di vocale + semivocale. La sequenza di due vocali.

Una Ŭ. si evolve in ɔ sia in siciliano che in fiorentino. si evolve in siciliano in u, in fiorentino in ɔ. si evolve in siciliano in u, in fiorentino in o. si evolve in u sia in siciliano che in fiorentino.

Una Ĭ. si evolve in ɛ sia in siciliano che in fiorentino. si evolve in siciliano in i, in fiorentino in e. si evolve in siciliano in i, in fiorentino in ɛ. si evolve in e sia in siciliano che in fiorentino.

In che cosa si distingue il vocalismo atono siciliano da quello fiorentino?. I due vocalismi atoni sono entrambi trivocalici. Il vocalismo atono siciliano è pentavocalico, quello fiorentino è trivocalico. Il vocalismo atono siciliano è trivocalico, quello fiorentino è pentavocalico. I due vocalismi atoni sono entrambi pentavocalici.

Il seguente vocalismo tonico. è il cosiddetto vocalismo sardo. è il cosiddetto vocalismo siciliano. è il cosiddetto vocalismo pan-romanzo. è il cosiddetto vocalismo rumeno.

Il seguente vocalismo tonico. è il cosiddetto vocalismo pan-romanzo. è il cosiddetto vocalismo rumeno. è il cosiddetto vocalismo siciliano. è il cosiddetto vocalismo sardo.

Cosa è uno iato?. La sequenza di due vocali appartenenti ad una stessa sillaba. La sequenza di due semivocali appartenenti a sillabe diverse. La sequenza di vocale + semivocale o di semivocale + vocale. La sequenza di due vocali.

La labiovelare iniziale latina. si evolve sempre riducendosi all'elemento occlusivo. si conserva davanti ad A, altrimenti si riduce perdendo l'elemento occlusivo (> /w/). si conserva sempre. si conserva davanti ad A, altrimenti si riduce perdendo l'elemento labiale (> /k).

Il dittongamento toscano avviene nel rispetto delle tre seguenti condizioni. da E e O brevi latine, fuori d'accento, in sillaba chiusa. da E e O brevi latine, sotto accento, in sillaba aperta. da E e O brevi latine, sotto accento, in sillaba chiusa. da E e O brevi latine, fuori d'accento, in sillaba aperta.

Qual è la sorte romanza dei dittonghi latini?. Il monottongo. Il monottongo per AU in tutta la Romània, il monottongo per AE e OE solo in alcune zone della Romània, compreso il territorio italiano. Il monottongo per AE e OE in tutta la Romània, il monottongo per AU solo in alcune zone della Romània, compreso il territorio italiano. Il monottongo per AE in tutta la Romània, il monottongo per AU e OE solo in alcune zone della Romània, compreso il territorio italiano.

In che cosa si distingue il vocalismo tonico siciliano dal corrispondente fiorentino (panromanzo)?. Il vocalismo tonico siciliano è pentavocalico, quello fiorentino è eptavocalico. Entrambi i vocalismi tonici sono eptavocalici. Entrambi i vocalismi tonici sono pentavocalici. Il vocalismo tonico siciliano è eptavocalico, quello fiorentino è pentavocalico.

Rispetto al latino il vocalismo tonico sardo. perde la differenza fonologica di quantità (dieci vocali) e vi sostituisce una differenza di timbro (cinque vocali). conserva la differenza fonologica di quantità (dieci vocali), ma associandovi una differenza di timbro, crea un sistema a sette vocali. perde la differenza fonologica di quantità (dieci vocali), conservando la differenza di timbro (cinque vocali). perde la differenza fonologica di quantità (dieci vocali) e vi sostituisce in parte una differenza di timbro (sette vocali).

Indicate la risposta errata. L'anafonesi è un fenomeno fonetico che interessa la e chiusa e la o chiusa solo in particolari contesti fonetici. L'anafonesi è un fenomeno fonetico che riguarda la e e la o chiusa in contesto fonetico palatale e la sola e chiusa in contesto fonetico velare. L'anafonesi è un fenomeno fonetico che interessa la e chiusa e la o chiusa in tutti i contesti. L'anafonesi è un fenomeno fonetico di innalzamento della e chiusa e della o chiusa rispettivamente in i e u.

L'anafonesi. distingue il fiorentino e i dialetti settentrionali dai dialetti meridionali. distingue il fiorentino e i dialetti meridionali dai dialetti settentrionali e dall'italiano. distingue il fiorentino e l'italiano dai dialetti settentrionali e meridionali. distingue il fiorentino dall'italiano e dai dialetti settentrionali e meridionali.

Quale di queste affermazioni è falsa?. In siciliano le vocali latine Ē (e lunga) e Ō (o lunga) evolvono rispettivamente in /ɛ/ e /ɔ/. Il sistema fonologico del siciliano ha cinque vocali toniche. Il sistema fonologico del siciliano ha tre vocali atone. In siciliano le vocali latine Ĕ (e breve) e Ŏ (o breve) non dittongano.

Perché aura < AURAM è un latinismo?. perché nel passaggio dal latino al volgare il dittongo AU si è evoluto in /ɔ/. perché nel passaggio dal latino al volgare -RA- avrebbe dovuto evolversi in /ja/. perché nel passaggio dal latino al volgare il dittongo AU si è evoluto in /o/. perché nel passaggio dal latino al volgare i nomi femminili diventano maschili.

Il dittongamento toscano avviene nel rispetto delle tre seguenti condizioni. da E ed O brevi latine, fuori d'accento, in sillaba chiusa. da E ed O lunghe latine, sotto accento, in sillaba chiusa. da E ed O brevi latine, sotto accento, in sillaba aperta. da E ed O brevi latine, fuori d'accento, in sillaba aperta.

Quale delle seguenti forme non presenta il fenomeno della chiusura delle vocali toniche in iato?. Ĕ(G)O > EO > io. SĔNIOREM > signore. DĔUM > Dio. TŬUM > tuo.

L'articolo. deriva da un'attenuazione semantica del dimostrativo ILLUM (IPSUM in Sardegna). deriva da un'attenuazione semantica dell'articolo ILLUM (IPSUM in Sardegna). deriva da una specializzazione semantica del dimostrativo ILLUM (IPSUM in Sardegna). deriva da una specializzazione semantica di ILLUM (IPSUM in Sardegna).

L'anafonesi è un fenomeno fonetico. che interessa le vocali toniche latine / Ĭ Ē Ō Ŭ / solo in alcuni contesti. che interessa le vocali toniche latine / Ĭ Ĕ Ŏ Ŭ / solo in alcuni contesti. che interessa le vocali toniche latine / Ĭ Ē Ō Ŭ / in ogni contesto. che interessa le vocali toniche latine / Ĭ Ĕ Ŏ Ŭ / in ogni contesto.

Cosa si intende per "segno diacritico"?. Per segno diacritico si intende un segno alfabetico che serve a non confondere le parole. Per segno diacritico si intende un segno alfabetico che serve a distinguere parole omofone. Per segno diacritico si intende un segno che serve a distinguere l'etimologia della parola. Per segno diacritico si intende un segno alfabetico o paragrafematico che non ha significato fonetico autonomo, con lo scopo di indicare l'esatta pronuncia o distinguere parole omografe.

L'articolo. continua l'articolo latino. è una formazione romanza. è una formazione italiana. è una formazione della parte occidentale della Romània.

In quali contesti nasce la forma debole dell'articolo determinativo maschile?. Dopo parola uscente in consonante. Davanti a parola uscente in vocale. Dopo parola uscente in vocale. Davanti a parola uscente in consonante.

Dal latino all'italiano, nei nessi di consonante + L. la L diventa una sonante. la L si conserva. la L diventa la vocale /i/. la L diventa la semivocale /j/.

Il piucheperfetto latino. in alcune zone del Meridione d'Italia è conservato per esprimere il condizionale. in alcune zone del Settentrione d'Italia è conservato per esprimere il congiuntivo. non ha avuto continuatori sul territorio italiano. in alcune zone del Meridione d'Italia è conservato per esprimere il congiuntivo.

Qual è l'ordine delle parole imposto dalla perdita della declinazione nominale e dalla coniugazione verbale latine?. SCV. VSC. CVS. SVC.

A quale caso della declinazione latina si fa risalire l'origine delle parole italiane?. All'accusativo. Per la maggior parte al nominativo. Per la maggior parte all'accusativo. Al nominativo.

La perdita della declinazione nominale latina avvenne. progressivamente: in una prima fase il sistema a sei casi si ridusse ad un sistema bicasuale, poi anche esso si ridusse di solito con la perdita del caso nominativo e la sopravvivenza del solo nominativo. in due fasi, con la perdita prima dei casi genitivo, dativo, vocativo, ablativo e poi degli altri. progressivamente: in una prima fase il sistema a sei casi si ridusse ad un sistema bicasuale, poi anche esso si ridusse di solito con la perdita del caso nominativo e la sopravvivenza del solo accusativo. una volta per tutte, con la perdita di tutti i casi tranne l'accusativo.

I fonemi italiani /ʧ/ (per es. cero) e /ʤ/ (per es. gelo). derivano dalla palatalizzazione di /k/ e /g/ latine davanti a vocali posteriori o velari. esistevano già in latino. derivano dalla palatalizzazione di /k/ e /g/ latine davanti a vocali di grado medio chiuse. derivano dalla palatalizzazione di /k/ e /g/ latine davanti a vocali anteriori o palatali.

Quale di queste parole non è un latinismo?. aura. laude. vezzo. tribulazione.

Le forme dell'articolo determinativo maschile si sono prodotte secondo la sequenza cronologica. (ĬL)LUM > lo > 'l > il/el. (ĬL)LUM > 'l, da cui sono discesi contemporaneamente lo per un verso e il per l'altro. ĬL(LUM) > il > 'l > lo. ĒL(LUM) > el > 'l > il.

La forma italiana quello deriva dal latino. QUILLUM. (EC)CUM ILLUM. CUM ELLUM. QUELLUM.

Il passivo. latino viene affiancato da una perifrasi composta dal verbo "essere" + participio passato del verbo. latino ha diretti continuatori nelle lingue romanze. nel passaggio dal latino al volgare viene ricreato ex novo. latino viene sostituito da una perifrasi composta dal verbo "avere" + participio passato del verbo.

Qual è l'origine del futuro romanzo?. Il futuro romanzo è la continuazione del futuro sintetico latino. Il futuro romanzo è una forma perifrastica formata dalla forma monosillabica del presente indicativo di HABERE, *AO + l'infinito del verbo. Il futuro romanzo è una forma perifrastica formata dall'infinito del verbo + la forma monosillabica del presente indicativo di HABERE, *AO. Il futuro romanzo è una forma perifrastica formata dall'infinito del verbo + la forma monosillabica del perfetto indicativo di HABERE, *EI.

Qual è l'origine del condizionale romanzo?. Il condizionale romanzo è la continuazione del congiuntivo latino che esprimeva il modo condizionale. Il condizionale romanzo è una forma perifrastica formata dalla forma monossillabica del perfetto indicatìvo di HABERE, *EI + l'infinito del verbo. Il condizionale romanzo è una forma perifrastica formata dall'infinito del verbo + la forma monosillabica del presente di HABERE, *AO. Il condizionale romanzo è una forma perifrastica formata dall'infinito del verbo + a forma monossillabica del perfetto indicatìvo di HABERE, *EI.

La più antica produzione letteraria italiana è sia in prosa sia in poesia, ma la poesia è maggiormente rappresentata da opere originali, mentre la prosa è piuttosto rappresentata. da volgarizzamenti. è in poesia. è in poesia e in prosa indifferentemente. è in prosa.

I volgarizzamenti del Duecento sono di preferenza. traduzioni di opere morali esclusivamente dal francese. traduzioni dal latino esclusivamente di opere romanzesche. traduzioni dal francese. traduzioni dal latino.

In genere la prosa del Duecento è caratterizzata come. paratattica. stilisticamente variata. ipotattica. ricca dal punto di vista lessicale.

Indicate la risposta errata. Nel Duecento era viva l'alternanza fra forme toniche dittongate(per es. lieva) e forme atone non dittongate (per es. levasse). Nel Duecento era viva l'alternanza etimologica fra forma dittongata del pass. rem. (puose /pwɔze/) e forma non dittongata del pres. Indicativo (pone /pone/). Nel Duecento il dittongo toscano dopo cons. + r era ormai ridotto al monottongo. Nel Duecento il dittongo toscano dopo consonante palatale tendeva a ridursi al monottongo.

La più antica produzione letteraria italiana. è in poesia. è sia in prosa che in poesia, ma la prosa è prevalentemente rappresentata da opere originali mentre la poesia è rappresentata da traduzioni. è in prosa e in poesia indifferentemente. è in prosa.

La prosa letteraria italiana del Duecento è costituita per lo più. da opere tradotte dal francese per lo più di carattere romanzesco e di contenuto morale. da opere tradotte dal latino (per lo più di carattere romanzesco) e da opere tradotte dal francese (per lo più di contenuto morale). da opere tradotte dal latino per lo più di carattere romanzesco. da opere originali.

Quali sono gli ambiti tematici della più antica produzione in prosa letteraria italiana?. Retorico/oratorio, morale e più genericamente relativo al comportamento, scientifico, storico e infine di intrattenimento. Prevalentemente di intrattenimento, come per esempio i romanzi cavallereschi. Scientifico (e medico) e morale. Di impegno nel mondo cittadino e comunale.

Quali sono i più antichi testi in prosa italiana di carattere letterario?. La traduzione di Vegezio di Bono Giamboni. I volgarizzamenti di alcuni trattati di Albertano da Brescia. Le opere di Guido Faba, l'Omelia padovana, il volgarizzamento veneziano del "Pamphilus", i romaneschi "Mirabilia urbis Rome" e il "Liber ystoriarum". La "Rettorica" di Brunetto Latini.

Cosa si intende per enunciato e per enunciazione?. L'enunciazione è l'atto linguistico, l'enunciato il suo prodotto. L'enunciazione è il prodotto linguistico dell'enunciato, cioè l'atto linguistico. Enunciato e enunciazione sono categorie narratologiche che pertengono allo statuto di autore implicito e rispettivamente autore storico. L'enunciato riguarda l'autore storico, l'enunciazione l'autore implicito.

Quali sono le opere di Bono Giamboni. Bono Giamboni scrive due opere originali (il Trattato e il Libro) e traduce dal francese. Bono Giamboni scrive un'opera originale (il Libro de' Vizi e delle Virtudi)), traduce dal latino e dal francese e probabilmente compila un trattatello retorico (il Fiore di rettorica). Bono Giamboni scrive due opere originali (il Trattato e il Libro) e traduce dal latino (Orosio). Bono Giamboni scrive due opere originali (il Trattato e il Libro), traduce dal latino (Vegezio e Orosio) e probabilmente compila un trattatello retorico (il Fiore di rettorica).

Quale delle seguenti forme non presenta il fenomeno della chiusura in protonia?. diletto. risposto. infermato. Dio.

Bono Giamboni. appartenendo ad un ceto intellettuale medio-alto esprime un nuovo pubblico volgare nato all'interno della società comunale. appartenendo al notariato vuole fare un esercizio di stile. appartenendo ad un ceto che usa solo il latino nello scrivere in volgare fa un'operazione ispirata alla pietà e al desiderio di affrancare le masse popolari dall'ignoranza. appartenendo ad un ceto che usa solo il volgare, esprime le istanze di un pubblico nato in un contesto politico signorile.

Bono Giamboni con il Libro de' Vizi e delle Virtudi. traduce da un originale latino. crea un'opera originale. volgarizza un'opera francese. unisce due fonti principali una latina e una francese che traduce.

Qual è il significato di rizotonico e rizoatono?. E' rizotonica la parola accentata sulla desinenza, è rizoatona la parola accentata sulla radice. E' rizotonica la parola proparossitona, è rizoatona la parola piana. E' rizotonica la parola accentata sulla radice, è rizoatona la parola accentata sulla desinenza. E' rizotonica la parola proparossitona, è rizoatona la parola piana o ossitona.

A quale data inizia a monottongarsi il dittongo toscano dopo consonante palatale?. Nel XV secolo. Nel XIV secolo. Nel XIII secolo. Nell'XI secolo.

Perché nel sistema ortografico italiano si scrive "cielo" (e non "celo")?. Perché il dittongo -AE- si è regolarmente monottongato in e aperta che ha successivamente dato il dittongo toscano -ie-. Perché effettivamente si pronuncia con -i-. La -i- è introdotta come segno diacritico per distinguere il sostantivo dalla I pers. dell'indicativo presente del verbo "celare". Perché il dittongo -AE- si è regolarmente monottongato in e aperta che ha successivamente dato il dittongo toscano -ie-; la grafia conserva traccia dell'antica pronuncia sebbene oggi la -i- sia assorbita dalla affricata precedente e la -i- funzioni solo da diacritico.

La regola del dittongo mobile consiste. nell'alternanza di forme dittongate e forme non dittongate nel paradigma di una parola a seconda della posizione dell'accento e, meno spesso, a seconda che la sillaba sia libera o chiusa. nella libertà di esprimere o non esprimere il dittongo in sillaba tonica. nella libertà di esprimere o non esprimere il dittongo in sillaba atona. nell'alternanza di forme dittongate e forme non dittongate.

Cosa si intende con pressione analogica?. Con pressione analogica si intende l'influenza esercitata da una parola su un'altra allo scopo di ridurne le analogi. Con pressione analogica si intende l'influenza l'una sull'altra di forme analoghe del paradigma allo scopo di esaltarne le differenze. Con pressione analogica si intende l'influenza esercitata da una categoria morfologica su un'altra categoria morfologica analoga. Con pressione analogica si intende l'influenza l'una sull'altra di forme differenti del paradigma allo scopo di ridurne o annullare le differenze.

A quale fenomeno propriamente fiorentino è riconducibile la forma "sia" (cong. pres. del verbo essere)?. Alla chiusura in protonia. Alla apertura delle vocali toniche in iato. Al dittongamento toscano. Alla chiusura delle vocali toniche in iato.

Nella lingua di Bono Giamboni a quale delle sue componenti va ascritta l'inversione del soggetto al verbo nella frase interrogativa (per. es. "perché mi facesti tu venire in questo misero mondo?")?. al provenzale. al latino. alle lingue romanze. al fiorentino.

Qual è il significato stilistico del gerundio in apertura del brano di Bono Giamboni analizzato durante il corso?. Il ricorso al gerundio ha lo scopo di introdurre considerazioni razionali e logiche fin dal punto di partenza del Libro. Il ricorso al gerundio ha lo scopo di indicare contemporaneità d'azione. Il ricorso ad un modo finito introduce una nozione di forte movimento all'avvio del Libro. Il ricorso ad un modo infinito introduce una nozione acronica e intima del punto di partenza del Libro.

Indicate quale delle affermazioni seguenti è giusta. La forma meo non è toscana, ma compare nella poesia toscana per influsso della poesia siciliana. La forma Deo può essere solo un latinismo perché in siciliano la e tonica può derivare solo da Ī e Ĭ. La forma non dittongata core, non può essere un sicilianismo, bensì, mancando del dittongamento, solo un latinismo. La forma non dittongata mei è perfettamente fiorentina, perché pl. di meo.

Nel passaggio dal latino VIRIDEM all'italiano verde quale fenomeno fonetico generale riscontriamo?. L'epitesi. La sincope. L'apocope. L'epentesi.

Il dittongo discendente è. un dittongo composto da due semivocali. un dittongo composto da due vocali. un dittongo in cui l'elemento semivocalico segue l'elemento vocalico. un dittongo in cui l'elemento semivocalico precede l'elemento vocalico.

Cosa si intende con 'riduzione dei dittonghi discendenti'. La riduzione al solo elemento semivocalico. La caduta della vocale finale. La caduta di un dittongo in fine di parola. La riduzione al solo elemento vocalico.

Come si chiama il fenomeno che compare in " de' tuo' " nel sintagma " la malizia de' tuo' riggimenti ". Riduzione del dittongo discendente. Riduzione del dittongo al primo elemento. Aferesi. Apocope.

Qual era l'antica pronuncia della congiunzione "e" e della preposizione "per"?. Entrambe erano pronunciate, fino al XVIII secolo, con "e" aperta; poi la "e" si è chiusa per protonia sintattica. Entrambe erano pronunciate, fino al XVIII secolo, con "e" chiusa; poi la "e" si è aperta per protonia sintattica. Erano pronunciate con "e" chiusa come oggi (nonostante la derivazione da E lunga latina). Erano pronunciate con "e" chiusa come oggi (nonostante la derivazione da E breve latina).

Il dittongo ascendente è. un dittongo composto da due vocali. un dittongo il cui elemento semivocalico precede l'elemento vocalico. un dittongo il cui elemento vocalico precede l'elemento semicovocalico. un dittongo composto da due semivocali.

L'elisione è. la caduta di una "e" di una "o" finali di parola davanti a parola che inizia per vocale. la caduta di una vocale finale di parola davanti a parola che inizia per vocale. la caduta di una "e" o di una "o" finali di parola. la caduta di una vocale finale di parola davanti a parola che inizia per consonante.

Quali sono le condizioni che incoraggiano la riduzione dei dittonghi discendenti?. I dittonghi discendenti si riducono di preferenza nei polisillabi e in condizioni di tonicità sintattica. I dittonghi discendenti si riducono di preferenza nei monosillabi e in condizioni di tonicità sintattica. I dittonghi discendenti si riducono di preferenza nei polisillabi e in condizioni di proclicità sintattica. I dittonghi discendenti si riducono di preferenza nei monosillabi e in condizioni di proclicità sintattica.

In quale di queste parole si riscontra il fenomeno della chiusura in protonia?. malvagio. lutto. abbellire. nipote.

In che cosa consiste il fenomeno dell'aferesi?. Nell'aggiunta di un elemento in posizione iniziale di parola. Nell'aggiunta di un elemento finale di parola. Nella caduta di un elemento finale di parola. Nella caduta di un elemento iniziale di parola.

Quale di queste parole presenta un'apocope sillabica?. fu. quel. po'. bel.

Indicate quale fra le parole proposte non è un francesismo fonetico. palagio. stagione. malvagio. Biagio.

Nella locuzione "Per lo polso" che troviamo in Bono Giamboni agisce. il latinismo fonetico. la legge Tobler Mussafia. il latinismo semantico. la legge Groeber.

Perché tribulazione è da considerarsi un latinismo?. Perché, partendo da TRIBŬLATĬONEM, avremmo dovuto avere il passaggio da -Ŭ- in /o/ e di -TĬ- davanti a vocale in /ʦ/. Perché, partendo da TRIBŬLATĬONEM, avremmo dovuto avere il passaggio di -Ŭ- in -/ɔ/. Perché è un termine non popolare. Perché, partendo da TRIBŬLATĬONEM, avremmo dovuto avere il passaggio di -TĬ- + vocale in /ʣ/.

Le forme di imperfetto di I pers. singolare uscenti in -a. sono etimologiche ma coesistono a Firenze nel Duecento e nel Trecento con le forme analogiche in -o. sono di origine analogica e le uniche esistenti a Firenze fra Duecento e Trecento avanzato. sono analogiche ma coesistono a Firenze nel Duecento e nel Trecento con le forme etimologiche in -o. sono etimologiche e le uniche esistenti a Firenze fra Duecento e Trecento avanzato.

Nei più antichi testi toscani le preposizioni articolate. si presentano con l intensa o l scempia in maniera casuale. si presentano con l scempia se davanti a parola che inizia per vocale tonica, con l intensa davanti a parola che inizia per consonante o vocale atona. si presentano con l intensa se davanti a parola che inizia per vocale tonica, con l scempia davanti a parola che inizia per consonante o vocale atona. si presentano con l intensa se davanti a parola che inizia per vocale , con l scempia davanti a parola che inizia per consonante.

In che cosa consiste la Legge Gröber?. nella obbligatorietà, nel Duecento, di usare l'articolo forte lo davanti a parola uscente per vocale, di usare l'articolo debole (il o 'l) davanti a parola uscente in consonante. nella obbligatorietà, nel Duecento, di usare l'articolo forte lo dopo parola uscente per vocale, di usare l'articolo debole (il o 'l) dopo parola uscente in consonante. nella obbligatorietà, nel Duecento, di usare l'articolo forte lo davanti a parola uscente per consonante, di usare l'articolo debole (il o 'l) davanti a parola uscente in vocale. nella obbligatorietà, nel Duecento, di usare l'articolo forte lo dopo parola uscente per consonante, di usare l'articolo debole (il o 'l) dopo parola uscente in vocale.

Come si spiegano le forme di imperfetto del tipo avea, dovea, venia?. Con il fenomeno del dileguo di -v- intervocalica derivante da -B- latina. Con il fenomeno della dissimilazione a partire da verbi che presentavano la sequenza v-v (aveva > avea, doveva > dovea etc.). Per la caduta normale della -B- etimologica latina. Per il normale dileguo di -v- intervocalica.

Le forme con consonante scempia del tipo abellire, apressarsi sono. fiorentinismi. latinismi. provenzalismi. francesismi.

Quale delle seguenti forme verbali attesta il fenomeno del passaggio di -ar- postonico e intertonico a -er-?. scriverei. loderò. berrò. scriverò.

La forma "fue" (III pers. sing. del pass. remoto del verbo "essere") presenta. il fenomeno dell'epentesi. il fenomeno dell'epitesi. vede il cambio di U breve latina in U lunga (per influsso della prima persona) e dunque -uvede. il cambio di U lunga latina in U breve e dunque -u-.

Qual è la più antica forma fiorentina della II persona del presente indicativo del verbo "essere"?. Sè. Sea. Sei. Si'.

In quali condizioni etimologiche si verifica il raddoppiamento fonosintattico?. Dopo monosillabi uscenti in latino in consonante e dopo polisillabi che hanno subito apocope sillabica. Dopo monosillabi uscenti in latino in vocale e dopo polisillabi che hanno subito apocope sillabica. Dopo monosillabi uscenti in latino in consonante e dopo polisillabi che hanno subito apocope vocalica. Dopo monosillabi uscenti in latino in vocale e dopo polisillabi che hanno subito apocope vocalica.

Come si spiega la presenza della doppia affricata palatale in "faccendo"?. Come rafforzamento espressivo. Non ha spiegazioni né fonetiche né analogiche. Per influsso di FACIO > faccio. Deriva regolarmente da FACIENDU(M).

Qual è la giusta trafila cronologica fra quelle proposte?. FURUNT > furono > furo. FURUNT > furo > furono. FUERUNT > *FURUNT > furo > furono. FUERUNT > *FURUNT > furono > furo.

In che modo si spiega la forma "boce" per 'voce' che troviamo in Bono Giamboni?. Come evoluzione dal lat. BOCEM con regolare passaggio da B- a v. Come evoluzione dal lat. UOCEM con passaggio della semivocale iniziale alla occlusiva bilabiale tramite un passaggio intermedio di spirante bilabiale. Come evoluzione dal lat. UOCEM con regolare passaggio di U a b. Come evoluzione dal lat. UOCEM con regolare passaggio di U a v e infine a b.

La risalita del clitico avviene. quando l'infinito a cui il clitico si riferisce è retto da un verbo modale o da un verbo di movimento. quando l'infinito a cui il clitico si riferisce è retto da un verbo circostanziale o da un verbo di movimento. quando l'infinito a cui il clitico si riferisce è retto da un verbo modale o da un verbo di movimento (ma in questo caso deve essere interposta una preposizione). quando l'infinito a cui il clitico si riferisce è retto da un verbo da un verbo di movimento (ma in questo caso deve essere interposta una preposizione).

In che cosa consiste la risalita del clitico. Nel fenomeno per il quale un elemento atono riferito ad un verbo al modo infinito retto da un verbo modale si dispone prima del verbo al modo infinito anziché dopo. Nel fenomeno per il quale un elemento atono riferito ad un verbo modale risale all'indietro fino a disporsi in prossimità di un modo infinito che lo precede. Nel fenomeno per il quale un elemento atono riferito ad un verbo è fatto dipendere dal verbo reggente anziché dal verbo a cui si riferisce. Nel fenomeno per il quale un elemento atono riferito ad un verbo al modo infinito retto da un verbo modale è fatto dipendere dal verbo modale anziché dal verbo a cui si riferisce.

Individuate in quale dei seguenti periodi è rispettata la legge Tobler-Mussafia. "Allora si levò la Filosofia, e puosesi a sedere in su la sponda del mio letto" (Bono Giamboni, Libro de' Vizi e delle Virtudi). "quel gran teatro dov'era accolto il fiore di tutta la Grecia rivoltò gli occhi in lui e curiosamente mirollo" (Bartoli, La ricreazione del savio). "perché la non si fugge ma si differisce a tuo disavvantaggio" (Machiavelli, De principatibus). "E se si conduce e si guida bene" (Passavanti, Specchio di vera penitenza).

Nelle forme sanza, immantinente, incontanente. si assiste ad un fenomeno fonetico di carattere generale. si assiste ad un diffuso passaggio di apertura della vocale. si assiste al fenomeno caratteristicamente fiorentino -en- > -ansi. assiste al passaggio caratteristico del trapasso dal latino al volgare.

La forma guerire è. un germanismo giunto in italiano tramite il francese. un francesismo. un germanismo. un francesismo giunto in italiano tramite l'antico tedesco.

Quale di queste forme non è un latinismo fonetico?. cognizione. pezza. amplissimo. profundità.

Nella dittologia sinonimica "piangendo e luttando" la parola "luttando" è. un latinismo semantico. un francesismo semantico. un francesismo fonetico. un latinismo fonetico.

Quale fenomeno riscontriamo nella parola "maladire"?. Dissimilazione regressiva. Assimilazione progressiva. Dissimilazione progressiva. Assimilazione regressiva.

Quali sono le condizioni di enclisi nell'italiano attuale?. L'enclisi avviene solo dopo modi finiti del verbo e dopo l'imperativo. L'enclisi avviene solo dopo modi non finiti del verbo. L'enclisi avviene solo dopo modi finiti del verbo e dopo l'imperativo. L'enclisi avviene solo dopo modi non finiti del verbo e dopo l'imperativo.

Indicate la risposta giusta. In antico (come oggi) l'accordo con il complemento oggetto del participio passato di un verbo coniugato con "avere" è obbligatorio. In antico, diversamente da oggi, l'accordo con il complemento oggetto del participio passato di un verbo coniugato con "avere" non era obbligatorio se il complemento oggetto precedeva il verbo. In antico (come oggi) l'accordo con il complemento oggetto del participio passato di un verbo coniugato con "essere" è obbligatorio. In antico, diversamente da oggi, l'accordo con il complemento oggetto del participio passato di un verbo coniugato con "avere" non era obbligatorio se il complemento oggetto seguiva il verbo.

A quale studioso si deve la distinzione fra contenuto (significato) e espressione (significante)?. Hugo Schuchardt. Louis Hjelmslev. Ferdinand de Saussure. Emile Benveniste.

Qual è la natura del destinatario del Libro de' vizi e delle virtudi di Bono Giamboni. Il destinatario è un lettore di cultura bassa a differenza del destinatore. Il destinatario è un lettore di cultura medioalto come il destinatore. Il destinatario si configura come ascoltatore piuttosto che come lettore. Il destinatario si configura come spettatore piuttosto che come lettore.

Il raddoppiamento fonosintattico. è un fenomeno di assimilazione progressiva. è un fenomeno di rafforzamento. è un fenomeno di dissimilazione. è un fenomeno di assimilazione regressiva innescato da monosillabi latini uscenti in consonante, da bisillabi volgari ossitoni e da alcune altre forme associate per analogia.

Chi ha coniato la definizione di "fiorentino argenteo" per il fiorentino quattrocentesco?. Lionardo Salviati. Gli Accademici della Crusca. Luca Serianni. Arrigo Castellani.

Quale dei seguenti elementi non è caratteristico della letteratura volgare trecentesca a fronte della letteratura del secolo precedente. nascita della novella come genere distinto dall'exemplum. aumento della poesia rispetto alla prosa. aumento della produzione prosastica rispetto alla letteratura in versi. volgarizzamenti dei classici latini senza l'intermediazione del francese.

Cosa erano gli "specula"?. Elenchi di doveri dei regnanti (specula principum). Trattati comportamentali (per lo più destinati ai monaci) in cui veniva mostrato un modello morale o civile a cui attenersi. Raccolte di esempi morali. Trattati comportamentali (per lo più destinati ai principi) in cui veniva mostrato un modello morale o civile a cui attenersi.

Che cosa è lo Specchio di vera penitenza di Iacopo Passavanti?. Una piccola summa dedicata al sentimento della contrizione e al sacramento della confessione che il Passavanti mise insieme dopo il ciclo di prediche quaresimali del 1354. Una raccolta di prediche recitate a Pisa. Una raccolta di exempla. Una raccolta di novelle scritta nel 1354.

Uno dei massimi estimatori della prosa del Passavanti fu. Baccio Valori. Lionardo Salviati. Lorenzo il Magnifico. Pietro Bembo.

Cosa è un'autotraduzione?. Un volgarizzamento autorizzato dall'autore. Un volgarizzamento commissionato dall'autore ad un traduttore appositamente scelto. Una introspezione di sé da parte dell'autore. La traduzione delle propria opera da parte dello stesso autore.

Che cos'è la diglossia?. Una situazione di doppia opzione linguistica che prevede una lingua alta e una lingua bassa fra le quali esiste una differenza d'uso di tipo funzionale a seconda dei contesti. Una situazione di doppia opzione linguistica come in Italia l'alternanza di lingua standard e italiani regionali su base dialettale. Una situazione di doppia opzione linguistica senza differenza funzionale. Una situazione di doppia opzione linguistica (lingua/dialetto, lingua ufficiale/lingua minoritaria) a disposizione del parlante.

L'opposizione parlato/scritto. si articola in una dicotomia netta e marcata a seconda del mezzo (asse diafasico). si articola in quattro gradi: lo scritto-scritto, il parlato-parlato e due livelli intermedi cioè lo scritto-parlato (Protokoll) e il parlato-scritto (Vorlesen). si articola in tre gradi: lo scritto-scritto, il parlato-parlato e un livello intermedio cioè lo scritto-parlato o parlato-scritto. si articola in una dicotomia netta e marcata a seconda del mezzo (asse diastratico).

Chi ha coniato il termine di diglossia?. Emile Benveniste nel 1959. Charles Ferguson nel 1973. Charles Ferguson nel 1959. Emile Benveniste nel 1973.

A quale data in Italia la messa non è stata più recitata in latino?. Nel XIX secolo. Nel 1910 a seguito del Concilio Vaticano II. Nel 1980 a seguito del Concilio Vaticano III. Nel 1962 a seguito del Concilio Vaticano II.

A quale contesto culturale vanno ascritti gli esiti semidotti -ANTIA > -anzia, -ENTIA > -enzia. Alla pronuncia filologica del latino. Alla pronuncia ecclesiastica del latino. Alla pronuncia del latino in ambito notarile. Alla pronuncia arcaizzante del latino.

La forma "presunziosa" che si trova in Passavanti. esiste già in latino in epoca tardo-antica in autori pagani e si caratterizza come un termine di ambito filosofico. è una creazione del Passavanti composta con il suffisso -oso. esiste già in latino in epoca tardo-antica in autori cristiani e si caratterizza come un termine di ambito dottrinario. esiste già in latino classico e si caratterizza come un termine di ambito filosofico.

Come si può spiegare la constatazione che in Passavanti l'esito semicolto -enzia (rispetto a -enza) è più frequente di -anzia (rispetto a -anza). L'esito semicolto -anzia era sentito come diastraticamente basso. L'esito interamente volgare -enzia coincideva con l'esito galloromanzo. L'esito semicolto -enzia era sentito come diastraticamente alto. L'esito interamente volgare -anza aveva il conforto dell'esito -anza (da -ance) di diffusione galloromanza.

Quali sono le cause storiche che determinano il passaggio dal fiorentino "aureo" al fiorentino "argenteo"?. La carestia, il conseguente calo demografico di Firenze e il ripopolamento da parte di popolazioni provenienti da altre città toscane. La Peste Nera, il conseguente calo demografico di Firenze e il ripopolamento da parte di popolazioni provenienti da altre città toscane. L'impoverimento, il conseguente calo demografico di Firenze e il ripopolamento da parte di popolazioni provenienti da altre città toscane. La sifilide (il Morbo Gallico), il conseguente calo demografico di Firenze e il ripopolamento da parte di popolazioni provenienti da altre città toscane.

Indicate la risposta non corretta. La parola "refuggio" può essere considerata un latinismo per la mancata chiusura in protonia di re- in ri-. La consonante intensa di "refuggio" si spiega (a partire da FUGERE) per raddoppiamento della consonante successiva alla vocale tonica in parole proparossitone. La parola "refuggio" è un latinismo integrale. La parola "refuggio" è una forma semicolta.

Indicate quale dei seguenti tratti non fa parte del fiorentino trecentesco. rispetto della regola del dittongo mobile. generale rispetto della legge Tobler-Mussafia soprattutto ad inizio assoluto di periodo. articolo il. riduzione del dittongo dopo consonante+ r.

In che cosa consiste la cosiddetta estirpazione di iato?. Nell'introduzione per epentesi di un suono di passaggio (per lo più in italiano /g/ e /v/) fra gli elementi vocalici costituenti uno iato. Nell'introduzione per epentesi di un suono di passaggio (per lo più in italiano /g/ e /v/) fra gli elementi vocalico e semivocalico costituenti uno iato. Nell'introduzione per epitesi di un suono di passaggio (per lo più in italiano /g/ e /v/) fra gli elementi vocalico e semivocalico costituenti uno iato. Nell'introduzione per epitesi di un suono di passaggio (per lo più in italiano /g/ e /v/) fra gli elementi vocalici costituenti uno iato.

La forma "prolago" che troviamo in Passavanti è. un caso di assimilazione progressiva. un caso di dissimilazione regressiva. un caso di dissimilazione progressiva. un caso di assimilazione regressiva.

Quale delle seguenti parole non presenta il fenomeno -en- > -an-?. incontanemente. sanza. immantanente. mantenere.

Indicate la risposta corretta. Il passaggio di -en- postonico a -an- è un fenomeno che compare sistematicamente a Firenze e meno regolarmente in altre città toscane. Il passaggio di -en- a -an- è toscano. Il passaggio di -en- protonico e postonico a -an- è un fenomeno fonetico esclusivo del fiorentino. Il passaggio di -en- protonico e postonico a -an- è un fenomeno non sistematico che compare a Firenze e meno regolarmente in altre città toscane.

Quale fenomeno accomuna le parole "femmina" e "voraggine"?. Il raddoppiamento della consonante successiva alla vocale tonica in parole parossitone. La mancata chiusura in protonia. Il raddoppiamento della consonante successiva alla vocale tonica in parole proparossitone. Il latinismo.

Nella frase del Passavanti Provocòmmi l'affettuoso priego di molte persone spirituali rileviamo. la coniunctio relativa. l'anacoluto. la dislocazione a sinistra. il tema libero.

Quale fenomeno sintattico si riscontra nel periodo "Provocòmmi l'affettuoso priego di molte persone spirituali e divote, che mi pregorono che queste cose della vera penitenzia ... le riducessi a certo ordine per iscrittura volgare". Dislocazione a destra. Frase scissa. Dislocazione a sinistra. Inversione dei costituenti della frase.

Come si spiega la forma "scriverrò"?. Per sincope e successiva assimilazione. Con l'attrazione analogica esercitata dal verbi nei quali (per sincope e successiva dissimilazione) si era generata regolarmente -rr-. Per sincope e successiva dissimilazione. Con l'attrazione analogica esercitata dal verbi nei quali (per sincope e successiva assimilazione) si era generata regolarmente -rr-.

Che cosa è la dislocazione a destra?. Si tratta di quello che la retorica clacsica chiamava anacoluto. Si tratta di un ordine invertito dei costituenti della frase. Si tratta di un ordine marcato dei costituenti della frase che posticipa un elemento rispetto all'ordine considerato normale, già presentato in forma pronominale ridondante, mettendolo così in evidenza. Si tratta di un ordine marcato dei costituenti della frase che anticipa un elemento rispetto all'ordine considerato normale, ripreso poi in forma pronominale ridondante, mettendolo così in evidenza.

A quale fenomeno si riconduce la forma "sieno" ('siano')?. Alla chiusura in postonia. All'assimilazione. All'indebolimento di -a- dopo vocale tonica, purché seguita da altra sillaba. Alla chiusura delle vocali toniche in iato.

Qual è il contesto fonetico in cui si produce la forma dell'art. maschile plurale "gli"?. In contesto velare. Davanti a parola che inizia per consonante. Davanti a parola che inizia per vocale. In contesto palatale.

Le due forme "pericolo" e "periglio" sono. volgarismi (il secondo ormai desueto). rispettivamente un francesismo e un latinismo. cultismi. rispettivamente un latinismo e un francesismo.

Dal punto di vista della morfologia verbale il Trecento si caratterizza. per l'estensione analogica della desinenza -amo della I persona pl. del presente indicativo dei verbi della I coniugazione a quelli delle altre. per l'estensione analogica della desinenza -iamo alla I persona pl. del presente indicativo di tutte le coniugazioni. per l'estensione analogica della desinenza -emo alla I persona pl. del presente indicativo di tutte le coniugazioni. per la distinzione delle desinenze -amo, -emo, -imo della I persona pl. del presente indicativo a seconda della coniugazione.

Negli avverbi composti con -mente in antico si verifica la regola secondo la quale. se l'aggettivo della II classe è parossitono, l'apocope in fine dell'aggettivo non viene mai attuata. se l'aggettivo della I classe è proparossitono, l'apocope in fine dell'aggettivo non viene mai attuata. se l'aggettivo della II classe è proparossitono, l'apocope in fine dell'aggettivo non viene mai attuata. se l'aggettivo della II classe è proparossitono, l'apocope in fine dell'aggettivo viene sempre attuata.

Quali fenomeni fonetici riconosciamo nella derivazione di "rigoglio" dal prov. "orgolh". Prima dissimilazione regressiva (o-o > i-o) complice la reinterpretazione della prima sillaba come prefisso (ri-), poi metatesi (or > ro). Prima dissimilazione progressiva (o-o > i-o) complice la reinterpretazione della prima sillaba come prefisso (ri-), poi metatesi (or > ro). Prima metatesi (or > ro) poi dissimilazione regressiva (o-o > i-o) complice la reinterpretazione della prima sillaba come prefisso (ri-). Prima metatesi (or > ro) e dissimilazione progressiva (o-o > i-o) complice la reinterpretazione della prima sillaba come prefisso (ri-).

In italiano la posizione prenominale degli aggettivi attributivi. è connotativa. è denotativa. è indifferente rispetto alla posizione postnominale. è più frequente della posizione postnominale.

Il tema di una frase. è il punto di partenza della comunicazione e costituisce, dal punto di vista dell'emittente, l'elemento nuovo che si vuol far conoscere all'interlocutore. è l'argomento principale della frase. è l'elemento nuovo che si vuol far conoscere all'interlocutore. è il punto di partenza della comunicazione e costituisce, dal punto di vista dell'emittente, il dato già noto all'interlocutore.

Cosa si intende per elemento "anaforico" o "cataforico"?. E' anaforico un elemento di ripresa di quanto già espresso nel discorso, è cataforico un elemento che rimanda alla realtà esterna non espressa nel discorso. E' cataforico un elemento di ripresa di quanto già espresso nel discorso, è anaforico un elemento che rimanda alla realtà esterna non espressa nel discorso. E' cataforico un elemento di ripresa di quanto già espresso, è anaforico un elemento che anticipa quanto si dirà. E' anaforico un elemento di ripresa di quanto già espresso, è cataforico un elemento che anticipa quanto si dirà.

Il rema di una frase. è il punto di partenza della comunicazione e costituisce, dal punto di vista dell'emittente, il dato già noto all'interlocutore. è il punto di partenza della comunicazione e costituisce, dal punto di vista dell'emittente, l'elemento nuovo che si vuol far conoscere all'interlocutore. è l'argomento principale della frase. è l'elemento nuovo che si vuol far conoscere all'interlocutore.

In che cosa consiste la tematizzazione?. Nell'anticipazione di un elemento della frase in prima posizione. Nella posposizione di un elemento della frase che dovrebbe stare in prima posizione. Nella messa in evidenza come elemento di avvio della frase di un elemento che, secondo l'ordine sintattico non marcato, non dovrebbe stare in prima posizione. Nella messa in evidenza come elemento di avvio della frase di un elemento nuovo, ignoto all'interlocutore.

Qual è la modalità con cui si attua la tematizzazione nella prosa del Passavanti?. Il rema della frase riprende, anche in forma pronominale, il tema della successiva. Il tema della frase riprende, anche in forma pronominale, il rema della precedente. Il rema della frase riprende, anche in forma pronominale, il tema della precedente. Il tema della frase anticipa anche in forma pronominale, il rema della successiva.

Qual è il significato stilistico dei periodi che iniziano con E nel brano del Passavanti commentato durante il corso?. corrisponde alla volontà del Passavanti di mantenere, in dipendenza dell'oralità originaria della predicazione, una forte coesione fra periodo e periodo. corrisponde alla volontà del Passavanti di mantenere, in dipendenza dell'oralità originaria della predicazione, una forte coerenzafra periodo e periodo. ha funzione coordinativa. indica la prevalente struttura paratattica del periodo del Passavanti.

La prevalente collocazione prenominale degli aggettivi nel Passavanti ha funzione. connotativa. denotativa. corrisponde alla libertà antica della collocazione aggettivale e non ha alcun rilievo stilistico. è determinata dal significato dei singoli aggettivi.

Nella frase del Passavanti La quale cosa non poté fare san Piero. abbiamo un esempio di stacco interfrasale. abbiamo un esempio di coniunctio relativa. abbiamo un esempio di connessione sintattica. abbiamo un esempio di anacoluto.

Quale fenomeno sintattico ritroviamo nella frase del Passavanti "Del quale novero ci dobbiamo ingegnare d'essere noi peccatori". Un uso improprio del verbo "ingegnare". Estirpazione di iato in "novero". Mancato rispetto della Legge Tobler-Mussafia. Risalita del clitico.

Indicate l'affermazione errata. Nel Trecento la desinenza della I persona plurale del presente indicativo -iamo sostituisce per tutte le coniugazioni le desinenze etimologiche. Nel Trecento è normale la forma "el" dell'articolo maschile singolare. Nel Trecento assistiamo ad una iniziale estensione della desinenza -ono della III persona plurale al presente indicativo di tutte le coniugazioni tranne la I. Nel Trecento è ancora costante la forma etimologica in -a della I persona sing. dell'imperfetto.

Indicate quale delle seguenti frasi contraddice l'uso della legge Tobler-Mussafia. "e per le tempestose avversitadi e gravi pericoli che ci sono". "Dove si dà ad intendere". "Présela San Piero". "E se si conduce e si guida bene".

Individuate la corretta definizione di "denotativo" e "connotativo". Con "connotativo" si qualifica un uso (lessicale o sintattico) non marcato dello strumento linguistico, limitato all'indicazione del referente reale; con "denotativo" si qualifica un uso (lessicale o sintattico) marcato, dal punto di vista retorico, affettivo, espressivo di quello stesso utensile linguistico. Con "denotativo" si qualifica un uso (lessicale o sintattico) non marcato dello strumento linguistico, limitato all'indicazione del referente reale; con "connotativo" si qualifica un uso (lessicale o sintattico) marcato, dal punto di vista retorico, affettivo, espressivo di quello stesso utensile linguistico. Indicano rispettivamente l'uso postnominale e prenominale degli aggettivi attributivi. Indicano rispettivamente un uso denotato o connotato degli aggettivi attributivi.

La grammatica di Leon Battista Alberti è. una grammatica della lingua degli scrittori più autorevoli della tradizione. una grammatica del fiorentino contemporaneo. una grammatica del fiorentino trecentesco. una grammatica del fiorentino di Dante, Petrarca e Boccaccio.

Quale fra questi personaggi non testimonia, con i suoi scritti, l'ampliamento dell'ambito d'uso del volgare nel Quattrocento?. Pier Candido Decembrio. Matteo Palmieri. Alessandra Macinghi Strozzi. Cennino Cennini.

La disputa sul latino parlato a Roma si svolse. a Firenze nel 1441. a Roma nel 1476. a Firenze nel 1435. a Roma nel 1435.

A determinare la posizione di Leonardo Bruni sulla questione del latino parlato a Roma stava. la convinzione che il volgare fiorentino non avesse una tradizione letteraria. la convinzione che latino e volgare fossero troppo diversi. la convinzione che il volgare fosse privo di una struttura grammaticale. la convinzione che il volgare fosse troppo variegato in Italia dal punto di vista diatopico e che non poteva costituire un modello.

Indicate quale delle seguenti affermazioni è falsa. Nel secondo Quattrocento il recupero di prestigio del volgare deve un forte impulso alla figura di poeta e di uomo politico do Lorenzo de' Medici. Nel secondo Quattrocento il prestigio del volgare viene messo ulteriormente in discussione dalla riscoperta della lingua e letteratura greche. Nel secondo Quattrocento il recupero di prestigio da parte del volgare avviene nell'ambito della poesia e della filosofia. Nel secondo Quattrocento la sempre maggiore conoscenza del greco, relativizzando il prestigio del latino, contribuisce ad un recupero di prestigio del volgare.

Quale delle seguenti affermazioni è erroneamente attribuita a Leon Battista Alberti?. Rivendicazione dell'esistenza, nella Roma antica, di due lingue distinte usate rispettivamente dagli intellettuali e dal volgo. Scrittura della prima grammatica italiana (Grammatichetta Vaticana). Dichiarazioni esplicite a favore del volgare considerato strutturalmente non inferiore al latino. Organizzazione del Certame coronario.

Il tema del latino parlato a Roma fu oggetto di uno scambio epistolare tra due importanti umanisti. Biondo Flavio e Poggio Bracciolini. Poggio Bracciolini e Cristoforo Landino. Biondo Flavio e Leonardo Bruni. Cristoforo Landino e Leonardo Bruni.

Quale dei seguenti eventi non contribuì allo studio e alla conoscenza del greco e della letteratura greca in Occidente nel Quattrocento?. Caduta di Costantinopoli (1453). L'insegnamento pubblico del greco. Concilio dell'Unione (1439). La pratica dei volgarizzamenti.

In quale nuovo ambito d'uso scritto il volgare del primo Quattrocento conosce un ampliamento rispetto al secolo precedente?. Nello scambio fra dotti europei. Nella trattatistica filologica. Nella trattatistica d'arte. Nell'insegnamento universitario.

Quale di queste affermazioni è falsa?. Con l'Umanesimo il latino diventa il principale strumento espressivo in ogni campo della cultura. Nel Quattrocento il volgare viene tendenzialmente relegato alle scritture pratiche e ai generi letterari popolari. Nel Quattrocento il volgare attraversa una fase di crisi. Con l'Umanesimo si diffonde l'idea della superiorità della cultura moderna su quella antica.

Nel primo Quattrocento. il volgare prosegue trionfalmente il processo di ampliamento nell'ambito d'uso iniziato nei secoli precedenti. il volgare corrobora l'ambito d'uso conquistato nel Trecento. il volgare subisce un momento generale di regresso nell'ambito d'uso. il volgare entra in aperta competizione e sopravanza l'ambito d'uso del latino.

Cosa è il Certame Coronario?. Un concorso poetico organizzato sul tema dell'invidia da Piero de' Medici a Firenze nel 1441. Un concorso poetico organizzato sul tema dell'amicizia da Leon Battista Alberti a Firenze nel 1441. Un concorso poetico organizzato sul tema dell'amicizia da Leon Battista Alberti a Roma nel 1441. Un concorso poetico organizzato sul tema dell'amicizia da Leonardo Bruni a Firenze nel 1441.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. Nella disputa sul latino parlato a Roma Leon Battista Alberti sosteneva che il volgare era nato dal latino la cui purezza e la cui diffusione nell'Impero Romano erano state incrinate dalle invasioni barbariche. Nella disputa sul latino parlato a Roma Leonardo Bruni sosteneva che il volgare era nato dal latino. Nella disputa sul latino parlato a Roma Leonardo Bruni finiva per riconoscere la parità in termini di antichità e in termini di utilizzo fra latino e volgare. Nella disputa sul latino parlato a Roma Flavio Biondo sosteneva che il volgare era nato dal latino la cui purezza e la cui diffusione nell'Impero Romano erano state incrinate dalle invasioni barbariche.

Quale dei seguenti fenomeni della morfologia verbale non appartiene ai tratti innovativi del fiorentino quattrocentesco?. La radice fo- del verbo "essere" si trasforma in fu-. La I pers. plurale del presente indicativo esce in -no. Le forme in -ss- del passato remoto di "mettere". La desinenza della III pers. plurale del presente è -ono per tutte le coniugazioni.

Indicate quale delle seguenti evoluzioni del fiorentino trecentesco verso il fiorentino quattrocentesco non è corretta. dieci > diece. fossi > fussi. stea > stia. milia > mila.

Indicate quale delle seguenti evoluzioni del fiorentino trecentesco verso il fiorentino quattrocentesco non è corretta. dicessette > diciassette. avrò > arò. sia > sea. misi > missi.

Riguardo l'ordine delle parole. l'enclisi nella Lettera proemiale alla Raccolta Aragonese è sovrabbondante. l'enclisi della Lettera proemiale alla Raccolta Aragonese si adegua alla legge Tobler-Mussafia. l'enclisi della Lettera proemiale alla Raccolta Aragonese si adegua alla legge Tobler-Mussafia solo all'inizio di principale preceduta da subordinata. l'enclisi della Lettera proemiale alla Raccolta Aragonese talvolta si adegua ai criteri del cursus.

Quale delle seguenti caratterizzazioni non si attaglia alla Lettera proemiale alla Raccolta Aragonese?. La lingua della Lettera dimostra nei tratti fonetici l'aderenza al fiorentino argenteo. La prosa della Lettera ha come modelli il latino e la tradizione letteraria fiorentina del Trecento. La prosa della Lettera è connotata da citazioni esplicite ed implicite agli autori classici e alla tradizione volgare. La lingua della Lettera dimostra una tenue infiltrazione dei tratti morfologici del fiorentino argenteo.

La Raccolta Aragonese fu compilata. nel 1500. nel 1477. nel 1480. nel 1497.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. La Raccolta Aragonese fu inviata da Lorenzo de' Medici a Federico d'Aragona. La lettera che funge da prefazione alla Raccolta Aragonese fu firmata da Angelo Poliziano. La Raccolta Aragonese è un'antologia della poesia toscana dei primi secoli. I compilatori della Raccolta Aragonese vogliono proporre ai contemporanei un modello linguistico-letterario.

Quale dei seguenti tratti 'argentei' non è stato accolto dall'italiano?. La riduzione dei dittonghi /wɔ/ e /jɛ/ dopo consonante + r. La sostituzione delle forme declinate (glielo, gliela, glieli, gliele) all'indeclinabile gliele. La desinenza -o alla I persona dell'imperfetto indicativo. La desinenza -ono alla III persona del presente e dell'imperfetto indicativo estesa alla I coniugazione.

A quali cause sono associate le innovazioni fonetiche e morfologiche rispetto al fiorentino trecentesco che si è soliti definire come "fiorentino argenteo"?. L'emigrazione dei fiorentini in seguito alla Peste nera. L'inurbamento delle popolazioni del contado fiorentino e da altre città toscane in seguito al calo demografico prodotto dalla Peste nera. Il minor prestigio di Firenze nel panorama regionale toscano conseguente alla peste nera. La caduta di prestigio letterario del fiorentino quattrocentesco, che non poteva competere con le Tre Coronedata la scarsa.

Quale dei seguenti tratti non è caratteristico del fiorentino del Quattrocento?. l'apocope di -e e -o dopo l, n, r. l'articolo definito maschile singolare el. la velarizzazione di l preconsonantica. la desinenza di III pl. -on(o) invece di -ano.

Quale dei seguenti gruppi di fenomeni/forme è ascrivibile alle innovazioni del fiorentino argenteo rispetto al fiorentino del Trecento?. riduzione dei dittonghi wɔ/ e /jɛ/ dopo consonante + r e dopo consonante palatale, /skj/ > /stj/, ragghiare > ragliare, fosse > fussi. riduzione dei dittonghi /wɔ/ e /jɛ/ dopo consonante + r, /skj/ > /stj/, ragghiare > ragliare, fosse > fussi, milia > mila. riduzione dei dittonghi wɔ/ e /jɛ/ dopo consonante + r, /skj/ > /stj/, ragliare > ragghiare, fusse > fossi, mila > milia. riduzione dei dittonghi /wɔ/ e /jɛ/ dopo consonante palatale, /skj/ > /stj/, ragghiare > ragliare, fosse > fussi.

La diffusione a Firenze nel Quattrocento dell'articolo maschile "el". fu lenta ma inesorabile, tanto che alla fine degli anni Settanta "el" aveva soppiantato la forma antica. fu lenta ma negli anni Settanta "el", sentito come diastraticamente più connotato, era maggioritario nei testi letterari di carattere comico. fu lenta e non riuscì mai a soppiantare la forma antica; ancora negli anni Settanta "il" è maggioritario rispetto a "el". fu immediata e travolgente, tanto che in poco tempo soppiantò la forma antica "il".

Quale dei seguenti fenomeni appartiene ai tratti innovativi del fiorentino quattrocentesco?. Riduzione del dittongo palatale dopo elemento palatale. Velarizzazione della -l- preconsonantica. Riduzione del dittongo dopo elemento palatale. Creazione della forma "gli" dell'articolo maschile plurale.

Quale dei seguenti fenomeni fonetici non appartiene ai tratti innovativi del fiorentino quattrocentesco?. L'indeclinabile "gliele" sostituisce le forme declinate "glielo, gliela" etc. Le forme declinate "glielo, gliela" etc. sostituiscono la forma indeclinabile "gliele". L'uscita -que degli indeclinabili perde l'elemento labiovelare. Palatalizzazione dei plurali uscenti in -lli.

Quale delle seguenti forme dei numerali non è ascrivibile al fiorentino quattrocentesco. undici. dieci. duo. dua.

Quale evoluzione prevede il fiorentino quattrocentesco per una forma come "dunque"?. Dunqua. Donque. Donqua. Dunche.

Quale dei seguenti tratti morfologici non è attribuibile al fiorentino quattrocentesco?. Alla forma "sè" di II persona del presente del verbo "essere" si sostituisce la forma "sei". All'articolo "il" si affianca l'articolo "el". Alla forma "avrò" del futuro si sostituisce la forma "arò". Alla forma "aveva" si sostituisce la forma "avea".

Quale delle seguenti forme è attribuibile al fiorentino quattrocentesco?. "milia". "dea". "missi". "diece".

Quale dei seguenti tratti morfologici non appartiene ai tratti innovativi del fiorentino quattrocentesco?. Sostituzione della forma analogica in -o alla forma etimologica in -a nella I persona dell'imperfetto. L'uscita in -e dei nomi plurali femminili della III classe latina. La desinenza -orono (o -orno) per la III persona pl. del passato remoto nella I coniugazione verbale. Sostituzione della forma etimologica in -o alla forma analogica in -a nella I persona dell'imperfetto.

Quale dei seguenti fenomeni fonetici non appartiene ai tratti innovativi del fiorentino quattrocentesco?. Evoluzione di /w/ iniziale in /vw/. Riduzione del dittongo dopo occlusiva + r. Conservazione del dittongo -AU. Evoluzione di /skj/ in /stj/.

Come si spiegano le forme teglia (da TEGULA) e vegliare (da VIGILARE). Con la regolare evoluzione dal latino GL. Come reazione ipercorretta all'innovazione non cittadina che pronunciava migliaio come migghiaio o famiglia come famigghia. Come la penetrazione nella città di Firenze di una pronuncia del contado. Con la confusione fra l'esito volgare di GL e di LJ del latino.

Quale di questi poeti non è presente nella Raccolta Aragonese?. Poliziano. Guido Guinizzelli. Dante. Lorenzo de' Medici.

Quale dei seguenti tratti non compare nella Lettera proemiale alla Raccolta Aragonese ed è invece testimoniato nei Detti piacevoli?. l'alternanza nella desinenza -e/-i di III persona del congiuntivo imperfetto. le forme del verbo avere con riduzione del nesso -vruscita. in -o della I persona dell'imperfetto. l'adozione di lui e lei in funzione di soggetto.

Chi ha stabilito che la Lettera proemiale alla Raccolta Aragonese è di Poliziano?. Arrigo Castellani. Michele Barbi. Carlo Dionisotti. Gianfranco Contini.

Indicate quali dei seguenti fenomeni fonetici presenti nella "Lettera proemiale" della "Raccolta Aragonese" non può essere considerato un fenomeno di latinismo. Chiusura in protonia. Conservazione di -AU. Mancato raddoppiamento in "publico" e "abundante". Adesione al timbro vocalico etimologico in "singulare", "sepultura".

Indicate quale delle seguenti forme presenti nella "Lettera proemiale" alla "Raccolta Aragonese" non può essere considerato un latinismo lessicale. rozzore 'rozzezza'. prossimo 'il più vicino'. intermesso 'interrotto'. uno 'uno soltanto'.

"Può" rispetto a "puote". è la variante con apocope sillabica. è la variante con apocope vocalica. è la variante senza epitesi sillabica. è la variante senza epitesi vocalica.

Quale dei seguenti tratti non compare nella Lettera proemiale alla Raccolta Aragonese ed è invece testimoniato nei Detti piacevoli?. i latinismi fonetici e lessicali. l'adozione di lui e lei in funzione di soggetto. la forma el dell'articolo. le forme fusti, fussi del perfetto del verbo essere.

L'uscita in -uto del participio passato. nel Quattrocento si formò per pressione analogica esercitata da ausiliari e verbi modali come "avere", "potere", volere". dal Duecento al Quattrocento si era formata per pressione analogica esercitata da ausiliari e verbi modali come "avere", "potere", volere". dal Duecento al Quattrocento si era estesa dai verbi con vocale tematica -U- ad altri verbi, per pressione analogica esercitata da ausiliari e verbi modali come "avere", "potere", volere". nel Quattrocento si estese dai verbi con vocale tematica -U- ad altri verbi, per pressione analogica esercitata da ausiliari e verbi modali come "avere", "potere", volere".

Quale delle seguenti forme presenti nella "Lettera proemiale" alla "Raccolta Aragonese" non è un francesismo?. Schifare. Masnada. Ruvido. Ostello.

Come sono connotati i latinismi lessicali nella Lettera proemiale e nei Detti piacevoli di Poliziano?. I latinismi lessicali della Lettera sono di ambito prevalentemente retorico e di tradizione medievale, mentre quelli dei Detti sono di ambito giuridico-amministrativo ma di tradizione classica. I latinismi lessicali della Lettera sono di ambito prevalentemente retorico e di origine classica, mentre quelli dei Detti sono di ambito giuridico-amministrativo e di tradizione medievale. I latinismi lessicali della Lettera sono funzionali al contesto, mentre quelli dei Detti sono esornativi. I latinismi lessicali della Lettera sono di ambito prevalentemente ufficiale, mentre quelli dei Detti sono di ambito ecclesiastico.

Nella "Lettera proemiale" alla "Raccolta Aragonese" l'enclisi. rispetta la legge Tobler-Mussafia. rispetta la legge Tobler-Mussafia solo in posizione assoluta. risponde ad esigenze espressive. risponde ad esigenze prosodiche.

Come si comporta Poliziano in relazione alle forme verbali composte (per esempio il passato prossimo)?. Ne esalta l'evidenza, sebbene neo-formazioni volgari, ponendole in posizione finale di periodo. Data la sua attenzione nei confronti della tradizione volgare, le accetta senza particolari censure, sebbene siano neo-formazioni volgari. Ne attenua l'evidenza (in quanto neo-formazioni volgari) separando l'ausiliare dal participio passato. Le evita in quanto neo-formazioni volgari sostituendo al passato prossimo il passato remoto.

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