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Linguistica italiana 6 Lez 32-60

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Título del Test:
Linguistica italiana 6 Lez 32-60

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Bertolini Lucia

Fecha de Creación: 2022/12/04

Categoría: Otros

Número Preguntas: 44

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Che cosa connota, dal punto di vista del genere epistolare, la Lettera proemiale?. La divisione in differenti sezioni (argomentativa, storico-critica e conclusiva). La stretta connessione fra le differenti sezioni in cui la Lettera si divide. L'uso del tu. L'iniziale allocuzione al destinatario e il saluto finale.

A quale categoria principale appartengono le parole che escono in -anzia, -enzia nella prosa del Poliziano?. A termini filosofici. A termini giuridici. Ai nomi astratti. Ai nomi concreti.

L'adozione del campo metaforico delle arti figurative nella sezione storico-critica della "Lettera proemiale" alla "Raccolta Aragonese" di Poliziano. discende dalla tradizione retorica latina. è un tratto critico tradizionale. è un tratto critico nuovo e moderno. discende dalla tradizione retorica medievale.

Quale dei seguenti tratti sintattico-stilistici non compare nella prosa del Poliziano?. Iterazione della congiunzione "e" e "né" davanti ad entrambi i termini di una dittologia. Presenza della coniunctio relativa. Tematizzazione. Costruzione alla latina delle subordinate oggettive e soggettive implicite.

Indicate l'affermazione errata. Le Prose della volgar lingua di Pietro Bembo ebbero fortuna perché il loro autore era un intellettuale di prestigio indiscusso. Le Prose della volgar lingua di Pietro Bembo ebbero fortuna perché proponendo come modello della poesia Petrarca andava incontro al petrarchismo inaugurato nel secondo Quattrocento e che in quegli anni raggiungeva il proprio apogeo. Le Prose della volgar lingua di Pietro Bembo ebbero fortuna perché l'impianto arcaizzante che esse proponevano forniva una regola certa e immobile. Le Prose della volgar lingua di Pietro Bembo ebbero fortuna perché l'autore era fiorentino.

Quale dei seguenti fattori storici contribuì e rafforzò l'esigenza di una norma linguistica nel Cinquecento?. L'aspirazione ad un'unità politica italiana. Le invasioni francesi e spagnola alle quali si sentiva l'esigenza di opporre una precisa identità linguistica italiana. La scoperta prima e la diffusione poi della stampa a caratteri mobili. Un pubblico sempre maggiore di dotti.

03. Battista Alberti, si deve a. Pier Francesco Giambullari. Lionardo Salviati. Pietro Bembo. Giovan Francesco Fortunio.

La grammatica del Fortunio non riscosse particolare successo perché. di prevalente impianto filologico. andava contro il processo di konéizzazione iniziato nel Quattrocento a favore del tosco-fiorentino. aveva un impianto scarsamente normativo e non affrontava le questioni ortografiche. l'autore era un friulano.

Le Prose della volgar lingua di Pietro Bembo furono pubblicate. nel 1555. nel 1525. nel 1535. nel 1540.

Quali erano le caratteristiche delle "Regole" del Fortunio? Indicate la risposta errata. Prescindeva dalla questione dei modelli letterari. La descrizione del volgare era modellata sulle categorie della grammatica del latino. Aveva un frte impianto filologico, tanto da discutere dela correttezza o meno di una lezione. Dedicava molto spazio al problema ortografico.

01. Nella polemica sul ciceronianesimo. Pietro Bembo assunse posizioni analoghe a quelle avanzate nel secolo precedente da Agnolo Poliziano, a favore dell'unicità dei modelli latini da imitare. Pietro Bembo assunse posizioni analoghe a quelle avanzate nel secolo precedente da Agnolo Poliziano, a favore dell'unicità dei modelli letterari da imitare. Pietro Bembo assunse posizioni analoghe a quelle avanzate nel secolo precedente da Agnolo Poliziano, a favore della massima libertà dei modelli letterari da imitare. Pietro Bembo assunse posizioni analoghe a quelle avanzate nel secolo precedente da Paolo Cortesi, a favore dell'unicità dei modelli latini da imitare.

Indicate l'associazione errata fra posizione teorica nel dibattito linguistico cinquecentesco e suo esponente. teoria arcaizzante > Pietro Bembo; teoria cortigiana > Baldassar Castiglione; teoria fiorentinista > Niccolò Machiavelli. teoria arcaizzante > Pietro Bembo; teoria cortigiana > Vincenzo Calmeta; teoria fiorentinista > Niccolò Machiavelli. teoria arcaizzante > Pietro Bembo; teoria cortigiana > Benedetto Varchi; teoria fiorentinista > Niccolò Machiavelli. teoria arcaizzante > Pietro Bembo; teoria cortigiana > Gian Giorgio Trissino; teoria fiorentinista > Niccolò Machiavelli.

Nelle Prose della volgar lingua Pietro Bembo fa dire al fratello Carlo. che non è un vantaggio conoscere il fiorentino come lingua materna per saper ben scrivere fiorentino. che è un vantaggio essere fiorentino per saper parlare fiorentino. che è un vantaggio conoscere il fiorentino come lingua materna per saper ben scrivere fiorentino. che non è un vantaggio essere fiorentino per saper parlare fiorentino.

La confutazione di Pietro Bembo della teoria cortigiana verte. sulla mancanza di prestigio letterario della lingua di conversazione nelle corti. sulla fiorentinità solo parziale della lingua delle corti. sulla mancanza di modelli letterari che autorizzino la lingua cortigiana. sulla mancanza di uniformità della lingua delle corti, che ne determina la difficoltà di essere insegnata ed appresa.

La teoria cortigiana fu sostenuta per la prima volta. da Vincenzo Colli detto il Calmeta. da Gian Giorgio Trissino. da Baldassarre Castiglione. Da Dante Alighieri.

La polemica relativa alla imitatio sul versante latino aveva visto contrapposti. nel Quattrocento Agnolo Poliziano e Giovan Francesco Pico, nel Cinquecento Paolo Cortesi e Pietro Bembo. nel Quattrocento Agnolo Poliziano e Paolo Cortesi, nel Cinquecento Giovan Francesco Pico e Pietro Bembo. nel Quattrocento Agnolo Poliziano e Pietro Bemboi, nel Cinquecento Paolo Cortesi e Giovan Francesco Pico. nel Quattrocento Giovan Francesco Pico e Paolo Cortesi, nel Cinquecento Agnolo Poliziano e Pietro Bembo.

Chi ci tramanda notizia del contenuto dei libri perduti di Vincenzo Colli detto il Calmeta?. Carlo Lenzoni. Pietro Bembo. Niccolò Machiavelli. Gian Giorgio Trissino.

Chi fu il rappresentante del ciceronianesimo nella disputa cinquecentesca sull'imitazione?. Giovan Grancesco Pico. Paolo Cortesi. Agnolo Poliziano. Pietro Bembo.

Per Pietro Bembo. il prestigio del fiorentino dipende dalla sua eccellenza naturale, presente nel Trecento, ma non puù presente nel fiorentino successivo. il prestigio del fiorentino dipende dalla sua eccellenza naturale come lingua parlata e scritta. il prestigio del fiorentino dipende sia dalla sua eccellenza naturale sia dal prestigio delle Tre Corone. il prestigio del fiorentino è il risultato della precedente tradizione letteraria.

Qual è il significato che il lettori del Cinquecento dettero del "De vulgari eloquentia" dantesco?. I primi lettori cinquecenteschi lo intesero come un trattato di linguistica (piuttosto che come un trattato di poetica), e, adattandolo alle questioni allora vive, lo inteseromcome una conferma della teoria cortigiana. I primi lettori cinquecenteschi lo intesero come un trattato di poetica (piuttosto che come un trattato di linguistica), e, adattandolo alle questioni allora vive, lo intesero come una conferma della teoria cortigiana. I primi lettori cinquecenteschi lo intesero come un trattato di linguistica (piuttosto che come un trattato di poetica), e, adattandolo alle questioni allora vive, lo intesero come una conferma della teoria arcaizzante. I primi lettori cinquecenteschi lo intesero come un trattato di linguistica (piuttosto che come un trattato di poetica), e, adattandolo alle questioni allora vive, lo intesero come una conferma della teoria fiorentinista.

Quando fu composto e qual è l'argomento di partenza del "Discorso intorno alla nostra lingua" di Niccolò Machiavelli?. Nel 1513; come si dovesse denominare la lingua in cui hanno scritto le Tre Corone: fiorentina, toscana o italiana, optando per la denominazione di volgare. Nel 1513; come si dovesse denominare la lingua in cui hanno scritto le Tre Corone: fiorentina, toscana o italiana, optando per la denominazione toscana. Nel 1524; come si dovesse denominare la lingua in cui hanno scritto le Tre Corone: fiorentina, toscana o italiana, optando per la denominazione fiorentina. Nel 1525; corregge l'interpretazione del "De vulgari eloquentia" chiamando in causa lo stesso Dante.

Per Machiavelli. il prestigio del fiorentino è il risultato della precedente tradizione letteraria. il prestigio del fiorentino dipende dalla sua eccellenza naturale, presente nel Trecento, ma non puù presente nel fiorentino successivo. il prestigio del fiorentino dipende sia dalla sua eccellenza naturale sia dal prestigio delle Tre Corone. il prestigio del fiorentino dipende dalla sua eccellenza naturale come lingua parlata.

Chi riscoprì, nel primo decennio del Cinquecento, il "De vulgari eloquentia" dantesco?. I partecipanti alle discussioni degli Orti Oricellari. Lodovico Castelvetro. Gian Giorgio Trissino. Vincenzo Colli.

La posizione di Niccolò Machiavelli all'uscita delle Prose della volgar lingua fu. l'eccellenza letteraria del fiorentino stabilita dalle Tre Corone nel Trecento. l'eccellenza intrinseca del fiorentino e proponeva la sua adozione nella varietà parlata a lui contemporanea. l'eccellenza della lingua scritta su quella parlata. l'eccellenza della lingua parlata su quella scritta.

Nel Discorso intorno alla nostra lingua di Niccolò Machiavelli. l'argomento di discussione principale è se la lingua usata dagli scrittori fiorentini e in primo luogo Dante sia il fiorentino, il toscano o l'italiano e prende posizione per la prima opzione. l'argomento di discussione principale è se la lingua usata dagli scrittori italiani e in primo luogo Bembo sia il fiorentino, il toscano o il veneziano e prende posizione per la prima opzione. l'argomento di discussione principale è se la lingua usata dagli scrittori fiorentini e in primo luogo Dante sia il fiorentino, il toscano o l'italiano e prende posizione per la seconda opzione. l'argomento di discussione principale è se la lingua usata dagli scrittori fiorentini e in primo luogo Petrarca sia il fiorentino, il toscano o l'italiano e prende posizione per la prima opzione.

Quale dei seguenti elementi fono-morfologici del fiorentino argenteo non troviamo nel De principatibus?. Velarizzazione di l preconsonantica. Riduzione del dittongo dopo consonante + r. Passaggio da /skj/ a /stj/. L'esito palatale -gli < -lli.

La presenza dei tratti del fiorentino argenteo nel De principatibus è maggiore. nella fonetica. nella sintassi. nello stile. nella morfologia.

I pronomi soggettivi "gli" e "la" (per "egli" e "ella") che compaiono in Machiavelli. sono forme epitetiche. sono forme sincopate. sono forme apocopate. sono forme aferetiche.

Indicate quale di queste forme non è un latinismo lessicale. accidenti. lasciare. estrinseco. supellettile.

Indicate quale di queste forme non è un latinismo fonetico. antiquo. clausule. osservato. facultà.

In Machiavelli. il sistema degli articoli maschili è simmetrico: le forme antiche non vengono soppiantate da quelle moderne né nel singolare né nel plurale. il sistema degli articoli maschili è asimmetrico: la forma innovativa soppianta l'antica nel singolare, la forma moderna è minoritaria nel plurale. il sistema degli articoli maschili è simmetrico: le forme innovative soppiantano le antiche nel singolare e nel plurale. il sistema degli articoli maschili è asimmetrico: la forma innovativa non soppianta l'antica nel singolare, la forma moderna è esclusiva nel plurale.

Indicate quale di queste forme non compare o è minoritaria nella prosa di Machiavelli. fussi (anziché fossi). el (anziché il). pronomi e aggettivi possessivi plurali indeclinabili (mia, tua, sua anziché miei/mie, tuoi/tue, suoi/sue)). arò (anziché avrò).

Indicate quale dei seguenti tratti innovativi del fiorentino argenteo non compare nella prosa del Machiavelli. Riduzione del dittongo dopo consonante + r. Uscita in -e dei femminili della III classe latina dei nomi e della II classe degli aggettivi. Desinenza -ono per la III pers. plurale del presente e imperfetto dell'indicativo. Velarizzazione di "l" preconsonantica.

L'ambito metaforico cui ricorre Machiavelli di preferenza. attinge agli astratti. è simbolico. attinge al mondo vegetale. è realistico e concreto.

Come abbiamo definito la frequente ricorrenza nello stile machiavelliano della disgiuntiva ("o ... o"). parallelismo definitorio. antitesi classificatoria. iterazione classificatoria. struttura binaria.

In Machiavelli la sequenza dei pronomi atoni. alterna il modello antico (compl. ogg. + compl. indiretto) al modello più recente (compl. indiretto + compl. ogg.). lterna il modello antico (compl. ogg. + compl. indiretto) al modello più recente (compl. indiretto + compl. ogg.), ma con verbo impersonale la particella pronominale precede direttamente il verbo. si adegua al modello antico compl. ogg. + compl. indiretto. si adegua al modello più recente compl. indiretto + compl. oggetto.

Il latineggiamento della lingua di Machiavelli va addebitato. alla ricerca di quelli che lui stesso chiama "lenocinii" e "ornamenti". ad un interesse antiquario. ad uno spiccato gusto retorico. alla sua formazione culturale.

In antico la sequenza dei pronomi atoni. è compl. ogg. + compl. indiretto. è indifferente. dipende dal contesto. è compl. indiretto + compl. ogg.

Indicate quale dei seguenti tratti stilistici non fa parte dello stile machiavelliano. è una lingua spontanea e molto semplice dal punto di vista sintattico e retorico. è una lingua spontanea e viva, non esente però da latinismi fonetici e sintattici. è una lingua che esprime la volontà di classificare e distinguere la realtà attraverso continui correttivi introdotti da ma. è una lingua che esprime la volontà di razionalizzare e categorizzare la realtà attraverso antitesi classificatorie (uso della disgiuntiva o).

La parziale adesione alle regole della legge Tobler-Mussafia da parte di Machiavelli è da interpretarsi. come adesione consapevole ad un tratto caratteristico della tradizione. come un arcaismo. come un superamento della tradizione municipale. come un'innovazione.

La legge Tobler-Mussafia è rispettata nel De principatibus. dopo e e dopo ma. solo all'inizio di principale preceduta da subordinata. in inizio assoluto di periodo e dopo ma. in inizio assoluto di periodo e dopo e.

Nell'uso dell'art. masch. la prosa del De principatibus di Machiavelli. mostra la predominanza della forma tradizionale il mai completamente soppiantata da el. mostra la predominanza dell'innovazione el che ha ormai quasi definitivamente soppiantato il. mostra la parità nell'uso di el e il. mostra la predominanza della forma tradizionale el mai completamente soppiantata da il.

Indicate la risposta errata. Gli elementi del parlato presenti nella lingua di Machiavelli sono. l'accordo a senso. i deittici (in particolare "qui" e "tu"). le formule di cortesia. la ridondanza pronominale.

In Machiavelli. non compare più la legge Tobler-Mussafia. compare solo in posizione iniziale assoluta di periodo. la legge Tobler-Mussafia non compare più solo in una principale preceduta da subordinata. la legge Tobler-Mussafia non compare più in una principale preceduta da subordinata e dopo "ma".

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