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psicologia dei gruppi e di comunità (Viola Erica)

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Título del Test:
psicologia dei gruppi e di comunità (Viola Erica)

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paniere e campus domande fino a lezione 46

Fecha de Creación: 2022/10/24

Categoría: Otros

Número Preguntas: 168

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trovarsi in un gruppo non genera mai : deindividuazione. groupthink. facilitazione sociale. possessione sociale.

Le principali cause di un conflitto sono: Divergenza di interessi, rancore e risorse scarse. Questioni unicamente di tipo emotivo. Nessuna delle precedenti. Opacità relazionale, rabbia e atteggiamento di sottomissione.

Il rancore è una causa di conflitto che ha come dimensione temporale di riferimento: Il presente. Il futuro. Il rancore non ha dimensione temporale di riferimento. Il passato.

Quale, tra le seguenti affermazioni, rappresenta una delle tre dimensioni attraverso cui le persone si costruiscono la propria rappresentazione del conflitto : Relazione versus Compito. Nessuna delle precedenti. Intelletto versus Emozione. Entrambe le precedenti.

. In merito all'escalation del conflitto, quale tra le seguenti affermazioni è FALSA: A seguito dell'intensificarsi del conflitto, le comunicazioni intergruppo sono dinamiche, positive e costruttive. All'intensificarsi del conflitto segue una sequenza di comportamenti che gli autori hanno descritto come un vero e proprio script (copione) dell'escalation. È possibile rilevare un copione dell'escalation del conflitto. La reciprocità delle minacce favorisce l'intensificarsi del conflitto.

In merito all'argomento ''escalation del conflitto'' barrare, tra le seguenti affermazioni, quella considerata ERRATA: In base allo Script (copione) dell'escalation, dopo due attacchi di sfida, ai quali la controparte risponde con altrettanti attacchi, una delle parti si ritira e non risponde più con un attacco perché non emerge mai il tentativo di pareggiare i conti. Le spirali del conflitto avvengono quando le parti sono legate da una reciprocità negativa; rispondono al comportamento di sfida con una sfida, all'attacco verbale con un attacco verbale e via dicendo. Nel 1997 Mikolic, Paker e Pruitt hanno realizzato un esperimento per rilevare la reazione a un sopruso persistente, dimostrando il processo dell'escalation del conflitto. Molto spesso in un conflitto nessun attacco di ciascuna delle parti è motivato dal desiderio di produrre un escalation del conflitto. Nonostante questo, il conflitto imbocca l'escalation in quanto nessuna della parti è disposta a rinunciare all'attacco successivo finché sente che la controparte avanza ancora un «ultimo colpo».

Tra le sei strategie individuate da Pruitt e Carnevale (1993) per affrontare il conflitto, prevale la concessione quando: È bassa la motivazione a massimizzare i propri rendimenti ed è alta la motivazione a favorire il raggiungimento dei migliori risultati per la controparte. È alta la motivazione a massimizzare i propri benefici ed è bassa la motivazione a contribuire ai rendimenti della controparte. Nessuna delle precedenti risposte è corretta. I negoziatori si limitano a sospendere il loro impegno nella trattativa.

Tra le sei strategie individuate da Pruitt e Carnevale (1993) per affrontare il conflitto, prevale la contesa quando: Nessuna delle precedenti risposte è corretta. È alta la motivazione a massimizzare i propri benefici ed è bassa la motivazione a contribuire ai rendimenti della controparte. È bassa la motivazione a massimizzare i propri rendimenti ed è alta la motivazione a favorire il raggiungimento dei migliori risultati per la controparte. I negoziatori si limitano a sospendere il loro impegno nella trattative.

la strategia per affrontare un conflitto denominata CONTESA(conternding) può essere caratterizzata da : minacce. tutte le risposte fornite sono corette. argomentazioni persuasive. dichiarazioni assolutamente irremovibili rispetto alla propria posizione.

Nell'ambito delle strategie per affrontare un conflitto, la strategia dell'INAZIONE (avoiding) è caratterizzata. dalla formulazione di richieste dirette e precise. da un fronteggiamento adeguato del problema in atto. da un forte impegno delle parti in gioco nelle trattative. dalla sospensione dell’impegno nelle trattative.

. Nell'ambito delle strategie per affrontare un conflitto, quale delle seguenti affermazioni, riferite alla strategia PROBLEM SOLVING, è da considerarsi FALSA: Non è una strategia uguale a quella della "Contesa - contending". Non è una strategia uguale a quella del "Compromesso - compromising. Si cerca di massimizzare il beneficio di tutte le parti in gioco. questa strategia prevale quando è bassa sia la motivazione a massimizzare i propri rendimenti che la motivazione ad aiutare la controparte a ottenere il più possibile dalla trattativa.

Sempre più, ormai, si ritiene che. sia proprio la promozione della cooperazione ad avere conseguenze negative. sia proprio la promozione della comunicazione ad avere conseguenze negative. sia proprio la soppressione del conflitto ad avere conseguenze negative. sia proprio la soppressione della cooperazione ad avere conseguenze positive.

alcuni autori hanno condotto una ricerca proprio per individuare le caratteristiche di personalità associate alle principali strategie di gestione dei conflitti. In particolare a proposito del problem solving: è adottato da individui con bisogno di autonomia, necessità di evitare danni e fastidi, scarsa propensione a soccorrere e sa prendersi cura degli altri, e limitati bisogni di affiliazione. è associato alla propensione all'aggressione, al bisogno di esibizione, al disinteresse a evitare danni e fastidi, all'orientamento ai risultati e al bisogno di comprendere e controllare. è associato al bisogno di riconoscimento sociale, alla scarsa impulsività, allo scarso piacere del gioco e della sfida, ai limitati bisogni di comprendere l'altro, di ricercare l'autonomia e di promuovere il cambiamento. è correlato con diverse caratteristiche di personalità quali l'orientamento ai risultati, la capacità di resistenza, la tendenza a prendersi cura degli altri, il desiderio di piacere agli altri, l'assenza della necessità di difendersi.

Indichi quale delle seguenti affermazioni, riferite allo stile negoziale maschile e femminile, è FALSA: Nella socializzazione al ruolo maschile giocano un forte effetto distorsivo la pregnanza e la generalizzazione nei diversi contesti della mentalità dello sport, dove la sfida è sempre episodica ('one-shot'), gli altri sono avversari e può esserci solo un vincitore. Gli autori hanno individuato le tendenze distintive del negoziatore con orientamento maschile e di quello con orientamento femminile. Lo stile negoziale maschile e femminile non è da imputarsi meramente a una differenza ormonale o genetica ma a un orientamento di ruolo acquisito nelle fasi di socializzazione primaria. Lo stile negoziale femminile non può essere appreso e impiegato con efficacia anche da negoziatori maschi.

03. Nell'ambito degli studi sulle differenze individuali nella gestione dei conflitti, quale tra le seguenti affermazioni è FALSA: L'ansia del rifiuto favorirebbe le tattiche di contesa. Gli stili di attaccamento possono influenzare la modalità attraverso la quale una persona gestisce un conflitto. Non sono emerse differenze di genere, quindi maschi e femmine affrontano i conflitti allo stesso modo. Tenere conto del sistema di credenze di una persona può aiutare a capire le differenze individuali sulla modalità di interpretare e gestire i conflitti.

Diversi autori hanno cercato di spiegare le differenze individuali nella gestione dei conflitti basandosi sull'analisi dei sistemi di credenze. Quale, tra le seguenti affermazioni, si può ricondurre al concetto di 'sistema di credenze'?. È un modello di relazione appreso nella prima infanzia attraverso il rapporto con la madre. Vi è una tendenza a supporre che per ogni soggetto che si arricchisce vi debba essere sempre uno che si impoverisce (mentalità della scarsità), o che l'essere umano sia fondamentalmente buono e degno di fiducia, o che la vittoria comune paghi nel lungo periodo più della vittoria personale. Una stessa persona può utilizzare diversi stili a seconda dell'importanza che attribuisce alla persona che ha di fronte. Lo stile negoziale maschile e femminile non è da imputarsi meramente a una differenza ormonale o genetica ma a un orientamento di ruolo acquisito nelle fasi di socializzazione primaria.

merito al conflitto, quale tra le seguenti affermazioni è VERA: Tenendo conto del genere, maschi e femmine affrontano i conflitti allo stesso modo. Nessuna delle precedenti è vera. Gli stili di attaccamento non influenzano la modalità attraverso la quale una persona gestisce un conflitto. Tenere conto del sistema di credenze di una persona può aiutare a capire le differenze individuali sulla modalità di interpretare e gestire i conflitti.

06. Collins (1996) ha evidenziato una relazione tra le risposte al conflitto e basilari stili di attaccamento, intesi come modelli di relazione appresi nella prima infanzia attraverso il rapporto con la madre. Questi sono: entrambe sono corrette. ansia del rifiuto. entrambe sono errate. comfort con l'intimità.

Indichi quale delle seguenti affermazioni, riferite alle ''decisioni in situazioni di incertezza''è VERA: Il decisore razionale deve scegliere la strategia che minimizzi il più elevato grado di dispiacere possibile. La scelta dovrebbe essere guidata dal principio della massimizzazione dell'utilità attesa. le decisioni che vengono prese interattivamente dalle parti in vista della soluzione di un conflitto fanno parte di un gioco che può concludersi con esiti diversi a seconda delle strategie adottate. Tutte le affermazioni precedenti sono corrette.

02. La situazione tipica definita “gioco a somma zero” è quella in cui. nessuna delle risposte fornite. le parti cooperano genuinamente tra loro. qualsiasi sia l’esito del gioco, i pay-off daranno sempre somma zero. ciò che viene guadagnato da una parte viene guadagnato anche dall’altra.

Il comportamento competitivo di uno dei due giocatori garantisce l’esito maggiore, ma solo se la controparte cede. Si tratta. di una dinamica win-win. di una negoziazione integrativa. di una strategia cooperativa. del "gioco del pollo".

02. Nel gioco dell’ultimatum. si coopera sempre in modo genuino. è una dinamica negoziale che non si è mai rilevata negli studi scientifici, quindi non esiste. A livello teorico, la soluzione sarebbe l’accettazione di qualsiasi offerta fatta poiché “è meglio ricevere qualcosa anziché nulla”. si è nella situazione opposta a quella tipica del “prendere o lasciare”.

Spesso le persone potrebbero anche valutare poco un bene, ma trovandosi poi in una situazione incerta e in una dinamica d’asta. tendono poi sempre a spartirlo equamente con gli altri partecipanti dell'asta. basano i loro rilanci sull’offerta maggiore di un’altra persona, che è esattamente ciò che si deve fare in questi casi. tendono poi a valutarlo non in base alla personale o oggettiva stima dello stesso, ma in base all’offerta maggiore di un’altra persona. finiscono sempre con il vincere il bene a un prezzo molto basso, essendosi basati, per i loro rilanci, sulle offerte maggiori degli altri.

Quale, tra i seguenti, è uno degli elementi costitutivi che caratterizzano la struttura di ogni arena negoziale: Le parti negoziali. La struttura dei rendimenti. Spazio di utilità individuale. Quelli indicati sono tutti elementi costitutivi che caratterizzano la struttura di ogni arena negoziale.

Quale, tra le seguenti, NON è uno dei quattro elementi costitutivi che caratterizzano la struttura di ogni arena negoziale: La struttura dei rendimenti. Spazio di utilità individuale. Il peer mediator. Le parti negoziali.

Quale delle seguenti affermazioni è FALSA?. Generalmente, le parti negoziali entrano nel negoziato con una richiesta più ambiziosa del proprio obiettivo reale. Un elemento fondamentale di una trattativa è lo spazio di utilità individuale, ossia la gamma dei possibili guadagni delle parti in gioco. Un bravo negoziatore dovrebbe sempre evitare di conoscere il vero obiettivo della controparte, il gap tra quanto dice di voler avere e quanto poi si aspetta di ottenere. Generalmente, le parti negoziali fissano un limite oltre il quale il negoziato si interromperebbe in quanto non più conveniente.

Il punto di indifferenza di un negoziatore. può dipendere dalla BATNA, cioè il rendimento che la parte perderà in caso di mancato accordo e che non può corrispondere allo status quo. può dipendere dalla BATNA, cioè il rendimento che la parte comunque otterrà altrove in caso di mancato accordo e che potrebbe anche corrispondere allo status quo. può dipendere dalla BATNA, cioè la peggiore alternativa all’accordo negoziale. può dipendere dalla BATNA, ossia il più alto obiettivo a cui il negoziatore aspira nella trattativa.

Raiffa (1982) ha identificato 13 caratteristiche della negoziazione che aiutano a comprenderne la complessità, tra cui: Le minacce. La richiesta di ratifica. Il numero delle parti. Tutte le risposte precedenti sono corrette.

Raiffa (1982) ha identificato delle tipologie di stile negoziale. Quale risposta è ERRATA: totalmente cooperativi. antagonisti cooperativi. cooperativi creativi. antagonisti stridenti.

. I negoziatori più esperti sono d'accordo su un punto: la chiave di successo di una trattativa sta nella sua... inaffidabilità e tensione. Perdonabilità. Preparazione e pianificazione. Improvvisazione.

La pianificazione rappresenta un momento fondamentale affinchè il negoziatore abbia successo durante una trattativa. Essa è caratterizzata da due atteggiamenti che il negoziatore può assumere. Quali?. Il pensiero attitudinale e il pensiero programmatic. Il pensiero incrementale e il pensiero strategico. Il pensiero emozionale e il pensiero intelligente. il pensiero positivo e il pensiero programmatico.

Per prepararsi a trattare, un utile approccio (oltre a quello del marketing intelligence) è quello che per la sua strutturazione viene definito: gioviale. onnivoro. paradossale. giornalistico.

Considerando il Dual Concern Model. alti livelli di interesse per sé e per l’altro conducono a blocchi nella contrattazione che si costella di atti di contesa. un maggior interesse per i propri rendimenti e un basso interesse per quelli della controparte favoriscono la strategia del problem-solving e un accordo vantaggioso per tutti. nessuna delle risposte. un maggior interesse per i propri rendimenti e un basso interesse per quelli della controparte conducono a blocchi nella contrattazione che si costella di atti di contesa.

Se le parti intendono spartirsi una risorsa cercando di ottenerne quanto più possibile a scapito della controparte. i guadagni di uno corrisponderanno a quelli dell’altro e viceversa, ossia un gioco a somma zero. i guadagni di uno verranno dati all’altro, ossia un gioco a somma variabile. i guadagni di uno saranno le perdite dell’altro e viceversa, ossia un gioco a somma zero. i guadagni di uno saranno le perdite dell’altro e viceversa, ossia un gioco a somma variabile.

Pruitt e Carnevale (1993) descrivono alcune strategie generali che si possono attivare durante una negoziazione distributiva, tra cui per esempio: concedere e abbandonare il negoziato. la BATNA e richiedere. brainstorming e la BATNA. il gioco del pollo e dell'ultimatum.

Nell'ambito di una negoziazione distributiva, l’inazione. è praticamente impossibile e non esistono modi per non-agire. è una strategia da evitare, poiché non ha mai successo, non aiuta a comprendere la situazione ed è sempre vivamente sconsigliata. nessuna delle risposte. può offrire una pausa importante per capire come proseguire al meglio e altre volte serve a innervosire la controparte.

Per ottenere qualcosa dalla controparte senza concedere qualcos’altro si potrebbe. pressare, ossia prospettando una punizione alla controparte se non accettasse le proprie richieste. minacciare, ossia prospettando una punizione alla controparte se non accettasse le proprie richieste. nessuna delle risposte. minacciare, ossia infastidendo la controparte in modo continuativo, palesando che tutto ciò finirà quando cederà alle proprie richieste.

minacciare, ossia infastidendo la controparte in modo continuativo, palesando che tutto ciò finirà quando cederà alle proprie richieste. quando la risorsa in gioco viene fatta lievitare a vantaggio di tutti. quando la risorsa in gioco si vuol spartire equamente con la controparte. quando la risorsa in gioco è scarsa e non espandibile. quando la risorsa in gioco è abbondante per tutti.

Tra le tattiche più diffuse ed efficaci per uscire vincenti da una negoziazione distributiva. il "chiedere di più" permetterebbe di valorizzare il prodotto offerto e di ridurre la probabilità di raggiungere il punto di rottura lasciando maggior possibilità di trattare. il "chiedere di più" non è una tattica concepibile e attuabile. il "chiedere di più" si riferisce al minacciare la controparte. il "chiedere di più" si riferisce all'impiego della tecnica del flinch, trasalendo e mostrandosi increduli di fronte alla proposta della controparte.

Tra le tattiche più diffuse ed efficaci per uscire vincenti da una negoziazione distributiva il "Raschiare il fondo" comporta. di dichiarare che si è raggiunto il proprio punto di indifferenza, sottolineando che ulteriori concessioni rappresenterebbero una perdita. di dichiarare che la controparte è inutile nella negoziazione e che sta usando l'inganno per ottenere ciò che vuole. di dichiarare di non avere l’autorità sufficiente per una decisione finale. di dichiarare che qualsiasi offerta verrà accentata di buon grado.

Tra le tattiche più diffuse ed efficaci per uscire vincenti da una negoziazione distributiva. si può chiedere di più, ossia mostrarsi riluttanti, facendo pensare all’altro che gli si stia facendo un favore. nessuna delle risposte. si può abbandonare il negoziato, ossia mostrandosi riluttanti, facendo pensare all’altro che gli si stia facendo un favore. si può ricalcitrare, ossia mostrarsi riluttanti, facendo pensare all’altro che gli si stia facendo un favore.

considerando le tattiche distributive. il rifiuto è una possibilità che non va neanche considerata se si vuol chiudere efficacemente un negoziato. il rifiuto non si dà e non si riceve. essere capaci di gestire un rifiuto è importante per un negoziato efficace. non tollerare alcun tipo di rifiuto è importante per un negoziato efficace.

Tra le tattiche distributive, Dawson contempla anche. il brainstorming. il lasciar perdere i possibili segnali deboli. nessuna delle risposte. il pressare.

Quale delle seguenti affermazioni è VERA?. Generalmente, tutti i negoziatori che fanno uso di tattiche distributive risultano molto flessibili nella trattativa. Generalmente, le tattiche distributive portano ad accordi negoziali con una limitata “utilità comune. Le tattiche distributive non portano mai alla rottura del negoziato. Generalmente, le tattiche distributive portano ad accordi negoziali in cui le risorse lievitano.

Talvolta ci sono situazioni negoziali ideali nelle quali, di una risorsa scarsa contesa, le persone in gioco vogliono parti che all’altra persona non interessano. Questa è una situazione. di perfetta complementarietà. che non favorisce la negoziazione. nessuna delle risposte. in cui non è possibile raggiungere il massimo risultato negoziale integrativo.

Per quanto riguarda la negoziazione integrativa: I miei guadagni sono le tue perdite, e le tue perdite sono i miei guadagni, si tratta di un gioco a somma zero. Si tratta di un gioco a somma variabile dove si cerca di far 'lievitare la torta', massimizzando gli interessi di entrambe le parti. Si abbandona sempre il negoziato non appena una delle due parti ha percepito di essere perdente. Nessuna delle risposte.

Quali sono i vantaggi della collaborazione e della negoziazione integrativa rispetto ad altre modalità di coordinamento?. La collaborazione assicura a ciascuna parte negoziale che i propri interessi e punti di vista verranno ascoltati e presi in considerazione. La negoziazione integrativa può consentire la scoperta di soluzioni creative che nessuna delle parti singolarmente avrebbe potuto immaginare. Tutte le risposte precedenti sono corrette. Le negoziazioni gestite in modalità cooperativa hanno minore probabilità di arenarsi o rompersi.

L'adozione di un atteggiamento cooperativo è fondamentale se l'intenzione è far decollare una negoziazione di tipo: Distributivo. Coercitivo. Interattivo. Integrativo.

La negoziazione integrativa richiede: al negoziatore lo sforzo di superare la frustrazione di non disporre del potere per risolvere il problema in completa indipendenza. mediamente più tempo rispetto a quella distributiva. Tutte le risposte precedenti sono corrette. al negoziatore lo sforzo di accettare il rischio di allargare questa interdipendenza al fine di trovare la migliore soluzione mutualmente vantaggiosa.

Quale delle seguenti affermazioni è FALSA?. La negoziazione integrativa è una dinamica che riduce le risorse sul tavolo negoziale e quel che resta va nelle mani della parte con maggior potere. La negoziazione integrativa è un gioco a somma variabile in cui si vuol far “lievitare la torta”, a patto però di riconoscere le opportunità integrative. La negoziazione integrativa è una dinamica capace di generare risorse oltre che distribuirle. La negoziazione integrativa è il meccanismo di coordinamento più evoluto.

tra i vantaggi della negoziazione integrativa rileviamo: i suoi tempi rapidissimi. il fatto che le parti non si sentano assolutamente responsabili dell’accordo raggiunto. una minor probabilità che il negoziato si areni o si rompa. la rottura pressoché immediata della trattativa.

In definitiva, porre domande alla controparte. è il modo più efficace per interrompere ogni forma di negoziato. è il modo più efficace per ottenere informazioni da essa. è il modo più efficace per non ottenere alcuna informazione da essa. è il modo più efficace per perdere in un negoziato.

Anche importante l'ascolto attivo. Anche importante l'ascolto attivo. per ottenere informazioni dalla controparte. per far arrabbiare e ritirare la controparte. per evitare ogni forma di negoziazione.

L'ascolto attivo. nessuna delle risposte. non stimola assolutamente qualità e quantità della comunicazione. blocca qualità e quantità della comunicazione. stimola qualità e quantità della comunicazione.

L'ascolto attivo. nessuna delle risposte. può migliorare la relazione con la controparte, ma solo se di sesso femminile. può migliorare la relazione con la controparte che si sente ascoltata e compresa. è controproducente poiché la controparte si sente raggirata.

Elemento fondamentale di un accordo integrativo è. il terrore delle parti in gioco. la diversità tra le parti in gioco. il disinteresse delle parti in gioco circa la trattativa. la perfetta uguaglianza degli interessi reciproci.

Per favorire la conoscenza degli interessi reciproci può essere utile. evitare assolutamente di chiedere alla controparte quali siano le sue priorità. indicare sempre e solo un'unica soluzione negoziale. un atteggiamento empatico verso la controparte. dichiarare la propria posizione e arroccarsi su di essa.

Parlando di promozione del problem-solving, quale delle seguenti affermazioni è FALSA?. Quando un negoziato inizia con una competizione, è impossibile che i negoziatori riescano a trasformare la trattativa in una negoziazione integrativa. Per mantenere un utile clima positivo, le parti si potrebbero anche scambiare dei presenti. Per Gray (1999) è importante sviluppare una vision comune e positiva che rappresenti lo scenario futuro ideale raggiungibile grazie alla cooperazione delle parti. Per mantenere un utile clima positivo, si potrebbero anche raccontare storielle divertenti.

Raccontare storielle umoristiche. peggiora l'umore delle controparti. è sempre imbarazzante e da evitare. può promuovere un clima informale e creativo. crea disagio.

Strategia tipica della negoziazione integrativa è. il problem-solving. è la concessione. la contesa. nessuna delle risposte.

Quale delle seguenti affermazioni è VERA?. Non esistono modi per arricchire un tavolo negoziale. La riduzione assoluta delle questioni in gioco aumenta la probabilità che le parti scoprano interessi diversi sulle questioni in gioco. La negoziazione mono-issue tende a essere maggiormente risolta in modo distributivo, diversamente da ciò che accade per quelle multi-issue. il contendere è più tipico della negoziazione integrativa.

Grandori (1995) distingue alcuni modi per approcciarsi alle questioni negoziali, tra cui, per esempio: Approccio empatico. Approccio a testo unico. Approccio del brainstorming. Approccio sconnesso dal contesto.

"In un negoziato non si trovano mai trappole cognitive". Questa affermazione. è corretta, infatti nei negoziati si raggiungono sempre ottimi accordi. è falsa, poiché in un negoziato (come in qualsiasi percorso decisionale) si trovano diverse trappole cognitive che possono ostacolare il raggiungimento di buoni accordi. è falsa, poiché in un negoziato (come in qualsiasi percorso decisionale) si trovano diverse trappole cognitive che fortunatamente favoriscono il raggiungimento di buoni accordi. è corretta.

Tra le trappole cognitive che possono impedire il raggiungimento di un buon accordo negoziale, l'incorniciamento delle scelte (FRAMING) consiste nel: fare in modo che le emozioni influenzino le scelte future. interpretare e rappresentare mentalmente la trattativa in termini positivi (volta a produrre profitto) oppure in termini negativi (volta a causare perdite o costi). nessuna delle risposte è corretta. utilizzare la prontezza con cui ricordiamo un'informazione cruciale, o gli esiti di un particolare negoziato, come indizio per giudicare la probabilità con cui un certo esito potrà nuovamente verificarsi.

Scelga tra le seguenti l'affermazione CORRETTA in riferimento all'argomento ''trappole cognitive": Le trappole sono il risultato del modo con cui i processi cognitivi implicati nella selezione delle informazioni, nella loro valutazione e combinazione agiscono in vista della formulazione di un giudizio, di una stima e di una scelta. Tutte le affermazioni precedenti sono corrette. La letteratura da anni evidenzia numerosi errori sistematici in cui cadono gli individui, esperti e non esperti, quando devono risolvere un dilemma decisionale. Ogni percorso decisionale, quindi anche quello di un negoziato, è disseminato da diverse trappole che possono impedire alle persone in generale, e alle parti di un negoziato in particolare, di raggiungere buoni accordi.

Nella negoziazione, l'effetto dell'ancoraggio: non influenza assolutamente il livello di aspirazione dei negoziatori. si può manifestare all’inizio della negoziazione e l’offerta iniziale diventa l’àncora per la trattativa. è un effetto che non esiste nella negoziazione. non è mai stato dimostrato negli studi.

Parlando di mediazione, talvolta ci si trova in negoziati che si arenano, necessitando l’intervento. di una terza parte che favorisca il prosieguo della trattativa sino al suo esito possibilmente positivo. di una terza parte che minacci e pressi sempre la controparte affinché si spaventi. di una terza parte che favorisca il prosieguo della trattativa e che non può mai essere una "terza parte interessata". di una terza parte che blocchi il prosieguo della trattativa sino al suo esito più tragico.

Parlando di mediazione, un agente. non è interessato a massimizzare il proprio profitto. calcola il suo compenso sulla base di un valore che stabilisce in privato con il negoziatore che l'ha reclutato e che non è collegato al valore con cui l’accordo negoziale si chiude. può assumere questo ruolo per qualcuno, per conto di qualcuno o in rappresentanza di qualcuno. non può mai essere una buona "terza parte" in una trattativa negoziale perché punterà al fallimento della trattativa.

Un arbitro, in una trattativa, può seguire un "approccio convenzionale", avendo così il controllo della negoziazione. Seguendo questo approccio. le parti saranno incoraggiate ad assumersi la responsabilità di cercare insieme un accordo soddisfacente per tutti. i negoziatori riceveranno ancor più di quanto hanno chiesto. chiederà alle parti di specificare le loro posizioni e alla fine sancirà una risoluzione intermedia da accettare. ogni negoziazione fallirà in breve tempo.

Secondo Scott (1999), in una negoziazione, un piano d'azione efficace deve essere. complesso, aspecifico e rigido. semplice, specifico e flessibile. rigido, poiché non bisogna ascoltare la controparte e fare cambiamenti. abbastanza complesso, poiché la specificità può essere di ostacolo all'efficacia.

Nella negoziazione distributiva: Si tende sempre ad abbandonare il negoziato non appena una delle due parti ha percepito di essere perdente. Si ottiene il massimo risultato negoziale con la totale soddisfazione di entrambe le parti. Si tratta di un gioco a somma variabile dove si cerca di far 'lievitare la torta', massimizzando gli interessi di entrambe le parti. I miei guadagni sono le tue perdite, e le tue perdite sono i miei guadagni, si tratta di un gioco a somma zero.

Dato che i negoziatori che si preparano a una trattativa possono essere sommersi da molte informazioni, Scott suggerisce di (1) esplicitare per iscritto le proprie idee sulla negoziazione e sulla controparte, e (2) di scrivere in modo semplice i propri obiettivi negoziali. Questa affermazione. è corretta, ma incompleta perché si ha anche un terzo stadio: bisogna definire tesi, temi e tempi. è completa e corretta. è corretta, ma incompleta perché si ha anche un terzo stadio in cui si deve interrompere qualsiasi forma di comunicazione con la controparte. è corretta, ma incompleta perché Scott aggiunge anche che bisogna favorire rapidamente l'escalation del conflitto.

La Teoria del confronto sociale fu integrata. riconoscendo il ruolo delle capacità temporali. riconoscendo il ruolo dei cambiamenti temporali. riconoscendo il ruolo dei concetti temporali. riconoscendo il ruolo dei confronti temporali.

Se due gruppi sono in conflitto, è probabile che i membri dei rispettivi gruppi. si pongano in modo ossessionato verso i membri dell'altro gruppo. si pongano in modo ostile verso i membri dell'altro gruppo. i pongano in modo attribuzionale verso i membri dell'altro gruppo. si pongano in modo ostile verso il leader.

Lo scopo sovraordinato instilla nei soggetti. la percezione cognitiva. la percezione di incertezza dello status. la percezione di incertezza dei confini. la percezione di deprivazione relativa.

Seguendo la prospettiva di Tajfel: il comportamento di un soldato si avvicina maggiormente alla polarità del comportamento intergruppo. il comportamento di un soldato è equidistante dalla polarità interpersonale e da quella intergruppo. il comportamento di un soldato si avvicina maggiormente alla polarità interpersonale. nessuna delle precedenti.

Nella prospettiva di Tajfel: il comportamento umano è sempre interpersonale. il comportamento umano si colloca nel continuum tra la polarità intergruppo e la polarità interpersonale. nessuna delle precedenti. il comportamento umano è sempre intergruppo.

Non è detto che un insieme di persone. sia sempre un gruppo. sia sempre un aggregato. esista davvero. sia sempre un insieme.

Massa e folla. equivalgono a gruppi. sono opposti lungo un continuum. sono sinonimi. non sono sinonimi.

Un raggruppamento è. un insieme di persone finalizzate a fruizione e condivisione di risorse. un insieme di persone il cui comportamento è omogeneo. una banda. n insieme di persone non necessariamente nello stesso luogo.

Una banda è. un insieme artificiale e limitato di persone. un gruppo primario. un insieme limitato di persone volto alla fruizione di risorse. un insieme limitato di persone volto al raggiungimento di un obiettivo.

Fra i gruppi primari troviamo. le scuole. le bande. le famiglie. le organizzazioni.

Il gruppo è una totalità dinamica" secondo il pensiero di.. Tajfel. Sherif. Lewin. Brown.

Secondo Sherif l'elemento essenziale per la definizione di gruppo. è la struttura sociale. è la massa. è l'interdipendenza del caso. è la tendenza alla partecipazione sociale.

Tajfel si occupò del tema del gruppo in ambito. relazionale. pedagogico. intergruppi. clinico.

Il processo di categorizzazione è. un processo euristico. un processo conflittuale. un processo di facilitazione sociale. un processo di ruolo.

Il processo di categorizzazione riguarda. solo gli eventi. non solo le persone. solo gli stimoli oggettuali e concreti. non solo gli stimoli oggettuali e concreti.

Il processo di categorizzazione. permette l'organizzazione e la semplificazione della realtà. riduce la depressione. riduce la consapevolezza. permette l'organizzazione e la semplificazione dei conflitti intergruppi.

Nell'ambito della psicologia sociale il gruppo. non è concetto importante. non è stato molto studiato. è stato studiato soprattutto in relazione alle conseguenze positive. è stato studiato soprattutto in relazione alle conseguenze negative.

Secondo Brown: Un gruppo esiste quando due o più persone si riconoscono come membri e l’esistenza del gruppo è riconosciuta da almeno un’altra persona. Un gruppo esiste quando due o più persone sperimentano l’interdipendenza del destino. Un gruppo esiste se è composto da almeno tre membri. Un gruppo esiste quando le persone manifestano favoritismo verso l’outgroup.

Gli stereotipi. possono essere solo positivi. possono essere solo negativi. sono neutri. possono essere positivi e negativi.

La folla, nell'ottica di LeBon. favorisce una regressione a condotte primitive e istintive. promuove comportamenti prosociali. nessuna delle precedenti. inibisce gli istinti aggressivi individuali.

La deindividualizzazione comporta. una minore applicazione delle norme sociali. una maggiore applicazione delle norme sociali. nessuna delle precedenti. una maggiore vulnerabilità al giudizio sociale.

La deindividuazione è più probabile che si verifichi quando: si presenta dissonanza cognitiva. un ostacolo blocca un comportamento volto al raggiungimento di un obiettivo. si verifica l’effetto priming. non ci si sente responsabili delle proprie azioni.

Gli stereotipi sono definibili quali. «quadri fattoriali». «quadri sociali». «quadri mentali». «quadri mentali».

L'ingroup bias. è il favoritismo verso l'ingroup. il favoritismo verso l'outgroup. è una forma di pregiudizio negativo. è uno stereotipo.

Nella fase di socializzazione prevista da Moreland e Levine, può facilitare il buon esito del processo: l’adattamento al ruolo di neofita. evitare la ricognizione. nessuna delle precedenti. imporre sin da subito le proprie idee.

L'identità sociale è. una grave forma di pregiudizio. una parte della cognizione. un atteggiamento. una parte dell'identità.

Le persone hanno bisogno. di avere un concetto dell'outgroup positivo. di avere un concetto di gruppo. di avere un concetto di sé deprivato. di avere un concetto di sé positivo.

Secondo il modello di Moreland e Levine all'esplorazione segue la socializzazione e poi... una nuova esplorazione. il ricordo. il mantenimento. l'accettazione di sé.

Nel modello di Moreland e Levine, è prevista: una prima fase di ricordo dell’appartenenza al gruppo. una prima fase di avvicinamento al leader del gruppo. una prima fase di socializzazione alle norme di gruppo. una prima fase di esplorazione di potenziali gruppi adatti a rispondere ai propri bisogni.

Il passaggio da un gruppo a un altro. è sempre possibile. talvolta è possibile. non è corretto. è sempre impossibile.

Per i gruppi di status elevato uscire vincenti dal confronto sociale. è per molti aspetti più difficile. è per molti aspetti più complesso. è per molti aspetti più semplice. è per molti aspetti impossibile.

La produttività di gruppo effettiva non supera mai quella potenziale. perché i gruppi non riescono a risolvere i conflitti. perché i gruppi riescono a utilizzare in modo ottimale le risorse. perché i gruppi si polarizzano durante il processo decisionale. perché i gruppi non riescono a utilizzare in modo ottimale le risorse.

Esiste un effetto di facilitazione sociale quando. il compito è settoriale. il compito è complesso. il compito è contemporaneo. il compito è semplice.

I riti di iniziazione. indicano il passaggio dalla non appartenenza all'appartenenza di gruppo. sono misura degli atteggiamenti. favoriscono la categorizzazione sociale. sono fonti cognitive di stereotipi di gruppo.

I riti di iniziazione: nessuna delle precedenti. incrementano la lealtà del nuovo membro verso il gruppo. incentivano anche chi è poco motivato ad entrare nel gruppo. comprendono la fase di esplorazione e ricognizione.

L’esperimento di Aronson e Mills sui riti di iniziazione dimostra che: in caso di iniziazione severa solo i soggetti più stabili psicologicamente sopravvivono. nessuna delle precedenti. in caso di iniziazione severa i soggetti tendono ad attribuire maggiore valore al gruppo. in caso di iniziazione severa i soggetti tendono ad abbandonare il gruppo.

Quale tra le seguenti funzioni NON è propria dei riti di iniziazione?. Funzione di apprendistato. Funzione di suscitare la lealtà del nuovo membro. Funzione di ricognizione. Funzione simbolica.

La ragione principale dei deficit della produttività di gruppo è l'inerzia sociale. Questo è il pensiero di. Steiner. Leavitt. Latané. Stasser.

Il contatto intergruppi permette di. ridurre le relazioni interpersonali. ridurre il pregiudizio verso i membri dell'outgroup. favorire il proprio gruppo. favorire l'autoconsapevolezza.

L'ipotesi del contatto è stata formulata da. Altemeyer. Adorno. Aronson. Allport.

La sindrome di Stoccolma: è correlata all’interdipendenza del compito. è correlata all’interdipendenza del destino. è correlata ad un'alterazione dei ritmi circadiani. è correlata all’incremento di condotte suicide.

Quando, all’interno di un gruppo, i risultati di ciascun membro hanno ripercussioni sui risultati di altri si tratta di: interdipendenza del destino. identità sociale. interdipendenza della performance. interdipendenza del compito.

I passeggeri di un aereo dirottato: costituiscono un esempio di ingroup bias. costituiscono un esempio di terror management bias. costituiscono un esempio di interdipendenza del compito. costituiscono un esempio di interdipendenza del destino.

. L'interdipendenza del destino si verifica quando. i membri del gruppo hanno un destino comune. i membri del gruppo hanno pregiudizi comuni. i membri del gruppo hanno un obiettivo comune. i membri del gruppo hanno forte coesione.

“Attrazione dei membri verso l’idea prototipica del gruppo e verso il modo con cui tale idea si riflette nelle caratteristiche e nel comportamento dei membri”. Questa potrebbe essere una buona definizione del concetto di: ingroup bias. identità sociale. coesione. conformismo.

La coesione è fondata. sul concetto di gruppo. sull'influenza reciproca. sull'attrazione sociale. sulla felicità.

La coesione è stata definita da. Hogg. Lewin. sherif. Rappaport.

In un gruppo sociale le norme periferiche: definiscono il comportamento che devono adottare i neofiti. possono essere modificate poiché non così rilevanti per l’identità del gruppo. definiscono il comportamento che devono adottare i membri periferici. nessuna delle precedenti.

Tra i principali elementi che influenzano la coesione di un gruppo, figurano: la prossimità fisica, la competizione con un outgroup e le caratteristiche del leader. la prossimità fisica, i successi e la competizione con un outgroup. la prossimità fisica, i successi e le caratteristiche del leader. i successi, la competizione con un outgroup e le caratteristiche del leader.

“Un insieme di aspettative condivise sul modo in cui dovrebbe comportarsi un individuo che occupa una determinata posizione nel gruppo”. Nell’ambito dello studio dei gruppi sociali, questa potrebbe essere una buona definizione de: il concetto di status. il concetto di status. il concetto di leadership. il concetto di ruolo.

La differenziazione di ruolo e di status all’interno di un gruppo: costituisce un fattore dinamico del gruppo stesso. nessuna delle precedenti. nessuna delle precedenti. costituisce un fattore strutturale del gruppo stesso.

“La posizione occupata da un soggetto in un gruppo e alla valutazione di tale posizione su una scala di prestigio”. Nell’ambito dello studio dei gruppi sociali, questa potrebbe essere una buona definizione de: il concetto di leadership. il concetto di ruolo. il concetto di status. il concetto di norma.

Secondo la teoria del confronto sociale: le persone utilizzano il confronto sociale per avere informazioni sugli altri. nessuna delle precedenti. il confronto verso l’alto è funzionale al rafforzamento dell’autostima. per essere informativo, il confronto deve avvenire con persone simili a sé.

Secondo la teoria del confronto sociale: il confronto verso il basso consente di aumentare la propria autostima. il confronto verso l’alto consente di aumentare la propria autostima. nessuna delle precedenti. le persone cercano il confronto per conoscere meglio gli altri.

Nell’ambito del confronto sociale, i confronti temporali: non vengono quasi mai utilizzati. nessuna delle precedenti. assumono un’importanza diversa a seconda delle varie fasi della vita. prevedono di confrontare la propria prestazione con quella degli altri.

Secondo la teoria del grande uomo (o della grande persona): l’efficacia del leader dipende dalle sue caratteristiche di personalità. l’efficacia del leader dipende dalle caratteristiche della situazione. l’efficacia del leader dipende dallo stile di leadership. l’efficacia del leader dipende da quanto è orientato alle emozioni.

Secondo il modello della contingenza, l’efficacia del leader: nessuna delle precedenti. dipende dalla corrispondenza tra il suo stile di leadership e le caratteristiche della situazione. dipende dalle caratteristiche della situazione. dipende dai suoi tratti di personalità.

Considerando il comportamento del leader, un classico esperimento psicosociale considerò. leader che si comportavano in modo democratico, autoritario e partecipativo. leader che si comportavano in modo democratico, autocratico e permissivo. leader che si comportavano in modo democratico, autocratico e partecipativo. leader che si comportavano in modo dispendioso, autocratico e permissivo.

Il conformismo che si presenta quando prevale il bisogno di approvazione sociale è definito: Ignoranza pluralistica. Influenza sociale informazionale. Influenza sociale normativa. Inerzia sociale.

Nel suo studio classico relativo all'influenza della maggioranza, Asch mostrò che. l'influenza della maggioranza agiva anche in condizioni ambigue. l'influenza della maggioranza agiva anche in condizioni non ambigue. l'influenza della maggioranza non emergeva quando la risposta corretta era ovvia al partecipante. l'influenza della maggioranza è migliore di quella della minoranza.

Il conformismo che si presenta quando ci si trova in condizioni di incertezza è definito: Influenza sociale normativa. Ignoranza pluralistica. Influenza sociale informazionale. Inerzia sociale.

La ridicolizzazione: è una strategia di coping. è una strategia che i gruppi utilizzano per delegittimare un membro deviante. é una componente del conformismo. è uno stile di leadership adottato in situazioni di forte stress per il gruppo.

Nell'esperimento classico di Moscovici e colleghi, con diapositive blu, che capovolse la situazione di Asch,. i collaboratori dello sperimentatore agivano senza istruzioni. i collaboratori dello sperimentatore erano la maggioranza. i collaboratori dello sperimentatore erano la minoranza. non erano previsti collaboratori dello sperimentatore.

L'effetto autocinetico è stato utilizzato in un classico esperimento che ha dato importati indicazioni anche sull'influenza della maggioranza da. Sherif. Lewin. Milgram. nessuno degli studiosi citati.

L’influenza sociale esercitata dalla minoranza: non è possibile: l’influenza sociale è sempre proveniente da una maggioranza. promuove il conformismo. promuove lo status quo. promuove il cambiamento.

Una maggioranza potrebbe adottare l’opinione della minoranza?. Sì, infatti le minoranze producono spesso acquiescenza. No, la maggioranza non accetta mai opinioni minoritarie. Sì, se l’opinione della minoranza risulta coerente sincronicamente e diacronicamente. Sì, anche quando alcuni membri della minoranza esprimono opinioni diverse tra loro.

Nell’ambito dei processi di influenza sociale, la consistenza sincronica: si riferisce al mantenimento di opinioni coerenti nel corso del tempo. facilita l’influenza delle minoranze. facilita l’influenza della maggioranza. nessuna delle precedenti.

Trovarsi in un gruppo non genera mai: facilitazione sociale. deindividuazione. possessione sociale. groupthink.

Ci sarebbero condizioni che farebbero pensare all'esistenza di un effetto opposto al "social loafing". Tale effetto opposto può essere definito laboriosità sociale. laboriosità sociale. attributo sociale. inerzia sociale. tendenza sociale.

Secondo Latané, l’inerzia sociale: è la ragione principale dei deficit di produttività. nessuna delle precedenti. migliora la performance dei singoli all'interno di un gruppo. migliora la performance del gruppo nel suo insieme.

“Processo per cui l’impegno individuale si riduce quando si svolge un compito collettivo, in cui i risultati del singolo sono combinati con quelli degli altri membri del gruppo”. Questa è la definizione di: inerzia sociale. facilitazione sociale. deindividuazione. groupthink.

Gli approcci teorici che spiegano la polarizzazione di gruppo considerano: il ruolo del confronto sociale e della persuasione. il ruolo della persuasione e dell’inerzia sociale. il ruolo del confronto sociale e dell’inerzia sociale. il ruolo della differenziazione intergruppi e dell’inerzia sociale.

“Tendenza della discussione di gruppo a produrre decisioni più estreme della media delle precedenti opinioni”. Questa è la definizione del processo di: inerzia sociale. facilitazione sociale. polarizzazione di gruppo. groupthink.

La teoria degli schemi di decisione sociale si basa: su modelli matematici che simulano come i contributi individuali si possono combinare nel prodotto di gruppo. sulla differenziazione intergruppi. sugli schemi di ruolo e di persona presenti in un gruppo. sulle abilità di coping e di problem solving dei gruppi.

Secondo la teoria dell’apprendimento sociale: l’aggressività è un aspetto innato negli esseri umani. l’aggressività si verifica solo in contesti sociali. nessuna delle precedenti. l’aggressività è l’esito di esposizione a modelli violenti.

Secondo l’ipotesi frustrazione-aggressività: il comportamento aggressivo precede sempre una frustrazione. nessuna delle precedenti. il comportamento aggressivo presuppone sempre una frustrazione. il comportamento aggressivo è una strategia di coping.

Secondo la prospettiva etologica: l’aggressività è un aspetto innato negli esseri umani. nessuna delle precedenti. l’aggressività è l’esito di esposizione a modelli violenti. l’aggressività si verifica solo in contesti sociali.

L’aggressività: può essere causata dalla deprivazione cognitiva. può essere causata dalla deprivazione dovuta ad influenza sociale. può essere causata dalla deprivazione relativa. può essere causata dalla deprivazione incondizionata.

Una delle principali cause della deprivazione relativa consiste in: componenti aggressive condivise dal gruppo. nessuna delle precedenti. un confronto tra ingroup e outgroup, in cui l’ingroup è percepito come perdente. atteggiamenti di favoritismo verso l’ingroup.

L’assunto di base della teoria della deprivazione relativa è che: nessuna delle precedenti. gli individui diventano scontenti quando percepiscono l’esistenza di una discrepanza tra il loro standard di vita reale e quello che credono di meritare. l’ingroup bias conduce ad una percezione di deprivazione. l’identificazione con l’ingroup favorisce la discriminazione dell’outgroup.

Secondo Sherif, è possibile incentivare la cooperazione tra due gruppi: introducendo un’autorità che imponga regole cooperative. invitando i membri dei due gruppi a trascorrere del tempo insieme. invitando i membri dei due gruppi ad essere più gentili. introducendo uno scopo sovraordinato per cui sia necessario il contributo di entrambi i gruppi.

Si indichi l'affermazione ERRATA. Gli studi di Sherif “del campo estivo” (Robbers Cave) non duravano un giorno. Negli studi di Sherif “del campo estivo” (Robbers Cave) parteciparono ragazzi bianchi, di circa 12 anni e di classe media. Negli studi di Sherif “del campo estivo” (Robbers Cave) si prevedeva una fase di conflitto intergruppi. Negli studi di Sherif “del campo estivo” (Robbers Cave) non si prevedeva una fase di interdipendenza negativa.

Gli studi di Sherif “del campo estivo” (detti anche di Robbers Cave) dimostrano che: ragazzi vivono importanti ridefinizioni identitarie in adolescenza. l’introduzione di uno scopo comune a due gruppi riduce le ostilità tra i gruppi stessi. le amicizie tra adolescenti hanno caratteristiche diverse rispetto a quelle tra adulti. l’introduzione di un’autorità, quale un animatore, migliora il clima sociale.

Secondo gli studi di Sherif “del campo estivo” (detti anche di Robbers Cave): l’introduzione di uno scopo comune a due gruppi riduce le ostilità tra i gruppi stessi. il conflitto all’interno dell’ingroup è più diffuso di quello all’interno dell’outgroup. l’inerzia sociale è più diffusa tra gli adolescenti e meno tra gli adulti. nessuna delle precedenti.

Il processo di categorizzazione fa sì che: gli individui identifichino gli altri a seconda dei loro tratti di personalità. vengano accentuate le somiglianze tra i membri di una stessa categoria e le differenze tra i membri di categorie diverse. nessuna delle precedenti. la percezione della realtà sia particolarmente accurata e non semplificata.

Il paradigma dei gruppi minimi implica che: assegnare uno scopo sovraordinato a due gruppi sociali diminuisce la discriminazione dell’outgroup. sono sufficienti due individui per formare un gruppo sociale. assegnare gli individui a categorie sociali del tutto arbitrarie è sufficiente per dare luogo a discriminazione dell’outgroup e favoritismo verso l’ingroup. nessuna delle precedenti.

Nell’ambito della categorizzazione sociale, gli elementi che determinano la categoria utilizzata in una specifica situazione sono: la correttezza e il favoritismo verso l’ingoup. la corrispondenza e la correttezza. la corrispondenza e l’accessibilità. la corrispondenza e il favoritismo verso l’ingoup.

L'espressione "entitatività percepita" utilizzata da Campbell fa riferimento al fatto che. la percezione di un insieme di persone-stimolo come membri di uno stesso gruppo dipende da come esse stanno in rapporto l'una con l'altra. nessuna delle risposte. basta sapere che si fa parte di un gruppo per favorirlo a scapito dell'outgroup. in un gruppo le persone perdono il proprio senso di identità, assumendo spesso comportamenti antisociali.

Gli stereotipi: assolvono la funzione di giustificazione ideologica. sono basati su un’accurata analisi della situazione. sono meccanismi di difesa. servono a modificare lo status quo.

Gli stereotipi: sono credenze semplificate. sono processi di pensiero controllato. servono a modificare lo status quo. sono meccanismi di difesa.

La profezia che si autoavvera. è dovuta alle euristiche della disponibilità e della rappresentatività. nessuna delle precedenti. è dovuta alle aspettative che le persone sviluppano verso altri. è dovuta a meccanismi di difesa individuali.

“Quella parte del concetto di sé che deriva dalla conoscenza della propria appartenenza a un gruppo sociale insieme al valore e al significato emotivo associati a tale appartenenza”. Questa è la definizione del concetto di: emozione sociale. inclusione sociale. identità sociale. identificazione sociale.

Secondo Tajfel, gli individui hanno bisogno di mantenere una specificità positiva e ciò comporta:una distorsione nel confronto ingroup – outgroup. una distorsione nel confronto ingroup – outgroup. nessuna delle precedenti. una accurata valutazione di ingroup e outgroup. un atteggiamento benevolo verso l’outgroup.

L’appartenenza a gruppi e categorie sociali diventa parte dell’identità individuale. Questa affermazione potrebbe riassumere: la definizione di etnocentrismo. la definizione di inerzia sociale. la definizione di identità sociale. la definizione di categoria sociale.

Mediante i processi di confronto sociale. le persone operano una valutazione emotiva. le persone operano una valutazione delle proprie abilità. le persone operano una valutazione dei conflitti. le persone operano una valutazione di ciò è meglio fare.

Talora le persone scelgono confronti verso il basso. per proteggere la propria autostima. per proteggere la propria autorità. per proteggere la propria attenzione. per proteggere i propri atteggiamenti.

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