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Sociologia dei processi culturali e comunicativi 3

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Título del Test:
Sociologia dei processi culturali e comunicativi 3

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Sociologia dei processi culturali e comunicativi

Fecha de Creación: 2024/03/02

Categoría: Otros

Número Preguntas: 57

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La possibilità di gestire le incertezze rispetto alla domanda, facilitando le transazioni al confine di output, è data alle organizzazioni culturali da: l'implementazione del sottosistema creativo. la flessibilizzazione della produzione. la differenziazione della promozione. la moltiplicazione delle tipologie di prodotti.

Nella prospettiva delineata da Hirsch i confini di input e output sono controllati da: manager. creativi. progettisti. agenti e rappresentanti.

Uno dei due fattori determinanti l'amministrazione artigianale della produzione è: la libertà dei consumatori. l'incertezza della domanda. la stratificazione del sistema istituzionale. la sovrapproduzione dei beni.

Nella prospettiva teorica delineata da Hirsch, le organizzazini costituiscono il sottosistema: manageriale. produttivo. creativo. istituzionale.

Le organizzazioni culturali investono capitale nelle creazioni e nei servizi di individui e organizzazioni affiliate nei confini di: input (selezione del prodotto). gatekeeping (filtraggio). input (selezione del prodotto) e output (marketing). output (marketing).

In un sistema industriale, il concetto di 'livello organizzativo' indica: l'insieme delle transazioni interne a una organizzazione. il management dei piani finanziari. la pianificazione della comunicazione. la selezione dei progetti produttivi.

Le "aziende commerciali che producono prodotti culturali per la distribuzione nazionale"sono definite da Hirsch come... organizzazioni culturali. industrie culturali. imprese creative. associazioni culturali.

Un autore, celebre per la sua analisi del processo di selezione nell'industria della moda, è un punto di riferimento per l'analisi della produzione culturale, di chi si tratta?. Pierre Bourdieu. Zygmunt Bauman. Yuniya Kawamura. Herbert Blumer.

Il lavoro di Paul Hirsch sulla prodzione culturale si pone in continuità con quello di un altro autore, quale?. Karl Marx. Igor Kopytoff. Pierre Bourdieu. Herbert Blumer.

I primi lavori realizzati secondo la prospettiva della produzione culturale si sono concentrati sulla realizzazione di quali elementi delle cultura?. le opere d'arte. i trattati storici. beni di consumo. gli attrezzi utensili.

Il cinema viene presentato da Crane secondo la lettura delle ricerche di mercato ed evidenzia in particolare che: il pubblico è concepito come potenzialmente costituito da persone mature. i film di successo richiamano pubblici composti da individui con stili di vita differenziati. pellicole differenti attirano pubblici differenti con differenti caratteristiche demografiche e interessi culturali. il successo dei film non dipende dai passaparola nel pubblico.

in quale periodo si afferma l’approccio sociologico allo studio della cultura?. seconda metà del xviii secolo. seconda metà del xx secolo. -tra il xix e il xx.

Secondo D. Crane, le differenze nei circuiti possono essere definite attraverso differenze di contenuti: mai per nessun tipo. solo per la cultura urbana. solo per il circuito dei media centrali. spesso per tutti i tipi.

A seconda della condizioni in cui si trovano ad operare e alla relazione che la produzione instaura con l'artista, i musicisti si possono trovare in situazioni in cui. i produttori indipendenti permettono un grado relativo di autonomia. le grandi aziende permettono un grado minimo di autonomia. le piccole aziende permettono un grado minimo di autonomia. i produttori indipendenti permettono un grado minimo di autonomia.

Nel modello proposto da Hirsch per la rappresentazione del funzionamento dell'industria culturale, quanti sono i momenti di negoziazione intensa fra i soggetti coinvolti nel processo?. 4. 3. 5. 7.

Secondo D. Crane, le culture urbane: non sono connotate dal punto divista della classe ma risentono dei valori, degli atteggiamenti ed delle risorse dei pubblici. sono connotate dal punto divista della classe ma riflettono anche la varietà di valori, atteggiamenti e risorse dei pubblici. sono prodotte in contesti organizzativi distinti hanno caratteristiche specifiche. sono connotate dal punto divista della classe e riflettono i valori, gli atteggiamenti e le risorse dei pubblici.

Nella lettura che S. Lash e J. Urry offrono della produzione culturale, gli oggetti sono definiti come 'riflessivi', perché: riflettono le caratteristiche del consumatore grazie ad anlisi di mercato accurate e tecniche di riproduzione sofisticate. sono dotati di informazioni riguardo ai loro possibili usi, facilitando così i possibili utilizzatori. sono dotati di informazioni riguardo ai loro possibili usi, sono quindi loro a scegliere i possibili utilizzatori. riflettono le caratteristiche del creatore che li ha concepiti e poi messi sul mercato grazie a tecniche di riproduzione sofisticate.

Nella lettura che S. Lash e J. Urry offrono della produzione culturale, si descrive: un settore specifico dell'industria manifatturiera. il settore specifico dell'industria pubblicitaria. un modo di organizzare la produzione e la commercializzazione. un tipo specifico di attività produttive.

Nella prospettiva delineata da D. Crane la cultura è meglio intesa come... lato simbolico dell'attività umana. ciò che di meglio è stato pensato e conosciuto. cassetta di attrezzi per la vita sociale. carattere simbolico della struttura sociale.

La prospettiva sulla produzione culturale proposta da D. Crane presta particolare attenzione a: le dimensioni micro e le interazioni simboliche fra i pubblici. i generi dei prodotti culturali e i target specifici. le dimensioni macro e i contesti istituzionali dei fenomeni di produzione culturale. le variabili sociodemografiche e le strutture di classe.

Il rapporto di interazione tra media e pubblici definisce oggi il fuoco di analisi degli studi sui media, che originariamente si divideva in. approccio marxista e approccio funzionalista. approccio interazionista e approccio strutturalista. approccio funzionalista e approccio culturalista. approccio marxista e approccio interazionista.

Nel contesto della cultura mediale, secondo D. Crane, il concetto di ideologia deve essere reinterpretato come: elaborazione dei pubblici che hanno gusti omogenei. concezione filosofica dell'artista che concepisce opere mediali. effetto del potere di persuasione dei media. produzione a sé stante di istituzioni autonome.

Gli studi sui media condotti negli anni '70 del Novecento analizzano: le tipologie di prodotto culturale presenti nei diversi media. i processi di appropriazione delle notizie da parte dei pubblici. l'impostazione postfordista della produzione mediale. i modi in cui l'informazione viene filtrata e creata.

I criteri adottati negli anni '70 per la selezione delle notizie sono: oggettivi perché definiti per tutte le tipologie dalla natura del medium. dipendenti dalla capacità dei giornalisti di indagare gli eventi. dipendenti dalle esigenze e dalle pratiche delle organizzazioni. oggettivi, perché legati alle caratteristiche degli eventi.

Nella prospettiva delineata da D. Crane come "il paradigma della cultura mediale", il pubblico è: un soggetto unico e omogeneo. un soggettto collettivo mosso da un intento di protesta contro la cultura di massa. un soggetto disomogeneo cui mancano i mezzi per interpretare e negoziare i significati che gli sono offerti. un complesso di diversi gruppi caratterizzati da culture e stili di vita differenti.

D. Crane rileva che i media appaiono agli studiosi sempre più come: meri trasmettitori di un sistema di valori più o meno elitario. casse di risonanza dell'opinione della maggioranza. attori' che intervengono nella definizione stessa della realtà. fonti di distorsione dei significati sociali che impediscono la costituzione dei gruppi.

Secondo D. Crane per un'analisi della produzione culturale occorre: mantenere il riferimento alle categorie tradizionali di cultura alta e cultura bassa. fare riferimento ai settori di produzione e diffusione della cultura. indagare i margini della differenziazione dei prodotti culturali. concentrarsi sul tipo di pubblico che consuma i prodotti.

Il pubblico dei media è oggi composto da: gruppi elitari che stabiliscono il significato vero dei messaggi e lo trasmettono. gruppi omogenei che interpretano in modo univoco i messaggi. gruppi diversi che interpretano in maniera diversa i messaggi. individui che sono liberi di conferire qualsiasi significato ai messaggi in quanto i messaggi sono testi aperti.

Secondo la prospettiva che D. Crane riprende da J. Meyrowitz, la televisione si caratterizza per... il rafforzamento dell'autorità politica tradizionale e di quella genitoriale. l'annullamento delle differenze fra luoghi. l'indebolimento del legame tra individui e gruppi sociali. l'impossibilità di restituire i "comportamenti di retroscena".

Secondo D. Crane, le trasformazioni occorse nella cultura di massa dopo gli anni '50 del Novecento impediscono. la costituzione di un sistema in cui interessi diversi possono trovare spazio di rappresentazione. la specializzazione e la creazione di nuovi canali di comunicazione per trasmettere i prodotti ai gruppi. la crescita continua dello spazio di rappresentazione degli interessi dei pubblici. di considerarla come un tutt'uno monolitico e strutturato sui valori delle classi medio-alte.

Il concetto di 'pubblici di gusto' rappresenta una categoria analitica introdotta da. P. Bourdieu. H. Gans. H. Becker. D. Crane.

Nel circuito della cultrua urbana, le piccole organizzazioni orientate al profitto costituiscono uno dei segmenti. Più marginali. più ristretti. Più ampi. più selettivi.

Nella comprensione dei fenomeni di consumo un grande apporto alla prospettiva sociologica è stato dato dagli studi. antropologici. della storiografia moderna. economici. psicologici.

Secondo la prospettiva di Douglas e Isherwood, il consumatore: è un individuo passivo che subisce i condizionamenti dell'industria manifatturiera. è un soggetto alienato con non può appropriarsi di prodotti standardizzati. è un soggetto in crisi a causa dell'eccesso di stimoli provenienti dal contesto culturale. è un soggetto attivo che contribuisce costantemente alla rielaborazione del sistema culturale in cui si trova.

Nella prospettiva di Mauss, gli scambi di doni tra i gruppi sociali possono essere considerati come: fatti sociali totali. fenomeni sociali totali. realtà sociali universali. fenomeni sociali universali.

Nella prospettiva della sociologia, gli oggetti e i loro consumatori sono indagati per il loro legame con: la creazione fine a se stessa. il benessere. la ricchezza. il gruppo sociale.

Nella prospettiva di Mauss gli oggetti possono essere considerati come: strumenti per esprimere il proprio potere d'acquisto. strumenti che gli individui utilizzano per comunicare valore. manifestazioni del genio creativo. artefatti materiali con valore d'uso che hanno anche valore di scambio.

La possibilità di leggere le pratiche di consumo come vero e proprio flusso di comunicazione si lega a mutamenti come. lo sviluppo della società dell'informazione. la crezione della realtà digitale. la crescente abitudine a ricorrere alle celebrities come testimonial dei prodotti. lo sviluppo della società dell'immagine.

Nello studio sul dono, Mauss analizza in particolare la cerimonia del: potlatch. hannukkah. wesak. pesah.

M. Mauss riesce a rendere conto delle motivazioni che regolano l'obbligatorietà nello scambio di doni attraverso il concetto di: tabù. hau. mana. kula.

Il contro-dono, nella teoria di Mauss, ha la funzione di. restituire al donatore una parte di anima ceduta insieme al dono. rafforzare il legame tra gli spiriti degli individui coinvolti nello scambio. liberare chi ha ricevuto il dono dalla schiavitù del debito di gratitudine. definire i rapporti di subordinazione fra le parti in base al valore economico del contro-dono.

Per Lévi-Strauss, la natura dello scambio degli oggetti si trova... nella struttura psichica degli individui. nell'organizzazione economica del gruppo sociale. nelle strutture inconsce della comunità. nella distribuzione dei mezzi di produzione.

Nella prospettiva di Lévi-Strauss, gli oggetti possono sancire una relazione sociale, o rappresentare sentimenti, poiché... sono effetto di un sistema di produzione complesso. possono essere personalizzati da chi li acquista. risentono del processo di industrializzazione. appartengono a un sistema di senso.

Nella prospettiva antropologica, gli oggetti trasmettono l'informazione necessaria affinché... si sviluppi una società senza strati sociali. si possano ordinare i comportamenti individuali in forme collettive. si creino gerarchie fra individui e gruppi. gli individui si liberino dalle forme di comportamento collettivo.

Secondo la prospettiva di Douglas e Isherwood, il consumo rappresenta: una struttura strutturante il comportamento individuale. un tipo di comportamento annesso a una serie di schemi prestabiliti. un sistema di informazioni. un bisogno innato mediato dagli schemi culturali.

Secondo la prospettiva di Douglas e Isherwood, la fase dell'acquisto dei beni rappresenta: un rito individuale. una preparazione ai rituali di consumo. un momento di consolidamento dell'idnetità sociale. un momento di crisi dell'identità personale.

Nella prospettiva di J. Baudrillard ciò che si consuma in relazione agli oggetti è: il valore d'uso. la funzione pratica. il valore di scambio. la capacità di trasmettere significati.

Non potendo abbassare oltre un certo limite la qualità dei prodotti, chi produce i beni opera sulle capacità comunicative delle merci, rendedole. polivoche. feticistiche. simboliche. usurabili.

Nella prospettiva del consumo come pratica comunicativa, i significati dei beni sono perlopiù. univoci e condivisibili. univoci e arbitrari. polivoci e stabili. polivoci e arbitrari.

Il sistema del consumo inteso come sistema di comunicazione porta a concepire i beni come. feticci. strumenti di comunicazione. simboli. messaggi.

Il modello teorico di G. McCracken si basa sul concetto di: spettacolarizzazione del corpo. trasferimento dei significati. feticismo delle merci. trasferimento dei simboli.

Secondo G. McCracken i rituali di acquisizione dei beni si suddividono in: possesso, scambio, disinvestimento, mantenimento. possesso, recesso, disinvestimento, mantenimento. acquisto, uso, esibizione, abbandono. acquisto, vendita, creazione, trasmissione.

Un concetto cruciale per comprendere le pratiche di consumo nella teoria di G. McCracken è: effetto Flaubert. effetto bandwagon. bene Veblen. unità Diderot.

Nella prospettiva di McCracken, il ruolo della pubblicità e della moda è cruciale nel consumo, in quanto... stabiliscono le corrispondenze latenti tra beni e nuovi fenomeni della cultura di una società. definiscono identità mutevoli. si basano su un immaginario di riferimento globale. predispongono i soggetti all stimolazione del desiderio di consumare.

Il significato dei beni di consumo è mobile, in quanto circolano all'interno della società, secondo la prospettiva di: M. Mauss. G. McCracken. S. Lash e J. Urry. M. Douglas e B. Isherwood.

La teoria, secondo cui i beni svolgono una funzione di differenziazione e discriminazione a seconda dell'uso che ne fanno i soggetti, è stata formulata da: M. Douglas e B. Isherwood. S. Lash e J. Urry. M. Mauss e C. Lévi-Strauss. G. McCracken.

D. Crane rileva che i media appaiono agli studiosi sempre più come: meri trasmettitori di un sistema di valori più o meno elitario. casse di risonanza dell'opinione della maggioranza. attori' che intervengono nella definizione stessa della realtà. fonti di distorsione dei significati sociali che impediscono la costituzione dei gruppi.

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